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Eurostat, in Italia riduzione record costo lavoro

Giù posti vacanti. Martedì Moscovici a Roma, vedrà Renzi

Redazione Ansa

BRUXELLES - Gli effetti del Jobs Act si cominciano a sentire con forza, ed anche Eurostat li certifica. Il costo del lavoro, in calo già da un anno, a dicembre 2015 tocca il minimo storico e l'Italia segna il record in Europa. E dà l'esempio agli altri, perché in controtendenza rispetto alla media che invece vede il costo del lavoro in aumento sia nella zona euro che nell'Ue-28.

 

I dati dell'ufficio europeo di statistica relativi all'ultimo trimestre 2015, vedono un'Italia dove il costo del lavoro è sceso dello 0,8% rispetto all'anno precedente, il dato più basso di tutta l'Ue. Un risultato tanto più importante visto l'aumento che invece si registra nell'area euro (+1,3%) e nella Ue-28 (+1,9%), dove anche nel trimestre precedente era aumentato di 1,1% e 1,9%. In Italia invece è in calo da fine 2014, ma mai così pronunciato.

 

Nell'Eurozona, la componente 'salari' è aumentata dell' 1,5%, quella non salariale di 0,7%. E l'effetto del Jobs Act in Italia si misura nel calo particolarmente accentuato proprio della componente non salariale, ovvero i contributi, sceso di 2,1% e battuto solo dal -8,2% dell'Olanda. Salvi invece gli stipendi, scesi di appena lo 0,2%. Ma se si guarda al resto d'Europa, sono più gli aumenti che i cali. Quello più sensibile in Romania (+11,4%), Repubblica Ceca (+8,6%), Lettonia (+7,7%), Bulgaria (+5,8%), Slovacchia (+5,3%) e Austria (+5,2%). I cali più accentuati, oltre all'Italia, Cipro (-0,8%), Olanda (-0,4%) e Lussemburgo (-0,1%). In Germania è aumentato di 2,1%, in Francia di 1,3%. L'aumento si è verificato soprattutto nel settore dell'economia non d'impresa (1,6%), dei servizi (1,3%) e dell'industria (1,2%).

 

Un'altra spia dell'effetto del Jobs Act è il tasso di posti vacanti, altro dato diffuso da Eurostat. Nella zona euro era 1,6% nel quarto trimestre 2015, in aumento dall'1,5% del trimestre precedente e dello stesso periodo del 2014. In Italia, invece, è sceso a 0,5% dallo 0,4% del precedente trimestre, anche se Eurostat precisa che il numero dei posti non riguarda tutta l'economia ma solo una parte. Con il cuneo fiscale in discesa, l'Italia risponde alle richieste di Bruxelles indicate nelle raccomandazioni. Ed è un punto a favore nel negoziato in corso sulla flessibilità, che martedì segnerà un altro passo importante con la visita del commissario agli affari economici Pierre Moscovici. Il commissario ha in agenda un altro incontro con il premier Matteo Renzi, dopo quello avuto oggi anche con il presidente del Parlamento Ue Martin Schulz.

 

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