(ANSA) - STRASBURGO, 27 AGO - Il divieto di utilizzare gli
embrioni per la ricerca scientifica, contenuto nella legge
40/2004, non viola i diritti di Adelina Parrillo. Lo ha
stabilito la Corte europea dei diritti umani con una sentenza
definitiva.
I giudici di Strasburgo hanno stabilito che l'articolo 13 della
legge 40/2004, che vieta la sperimentazione sugli embrioni, non
viola il diritto al rispetto della vita privata di Adelina
Parrillo. La Corte ha riconosciuto all'Italia un ampio margine
di manovra su una questione cosi delicata su cui non esiste
consenso a livello europeo. I giudici affermano inoltre che non
è sicuro che il compagno della Parrillo, morto a Nassiriya,
avrebbe voluto donare gli embrioni alla scienza. Gli stessi
giudici hanno ritenuto che il diritto alla proprietà invocato
dalla Parrillo "non può applicarsi a questo caso, dato che gli
embrioni umani non possono essere ridotti a una proprietà come
definita dall'articolo 1 protocollo 1 della convenzione europea
dei diritti umani".(ANSA).
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Fecondazione: Strasburgo, no a ricerca su embrioni
Corte respinge ricorso vedova Nassiriya, ok a legge 40