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Tlc: Ue, su fine roaming braccio ferro Consiglio-Parlamento

Ancora no data, finestra 2016-2018. Oettinger, divisioni in Pe

Tlc: Ue, su fine roaming braccio ferro Consiglio-Parlamento

Redazione Ansa

BRUXELLES - Continua il braccio di ferro tra Consiglio e Parlamento Ue, alla ricerca di un'intesa su una data che metta fine al roaming. Se andrà bene e si arriverà a un'intesa, i consumatori potranno forse liberamente telefonare e usare lo smartphone all'estero non prima del 2016-2018, a seconda di come andranno i negoziati nel rush finale delle prossime due settimane. L'obiettivo di Commissione e presidenza Ue è chiudere il dossier che si trascina da quasi due anni possibilmente entro fine mese, quando scade il mandato della Lettonia, e prima del vertice Ue del 25 e 26 giugno, quando dovrà essere dato l'avvallo alla strategia dell'esecutivo europeo sul mercato unico digitale.

A pesare, però, non sono solo le posizioni divergenti che hanno bloccato i 28 e su cui è dovuta intervenire la Commissione, ma anche le divisioni tra i gruppi dell'Europarlamento, contro cui al Consiglio tlc a Lussemburgo hanno puntato il dito sia il ministro lettone Anrjis Matiss e il commissario Ue Guenther Oettinger. Oettinger, per cercare di ricompattare il fronte dei 28, aveva organizzato una cena a gennaio e ci ha riprovato questa mattina con una colazione a Lussemburgo. Lunedì e martedì ci tenterà con l'Europarlamento, incontrando negoziatori, relatori e presidenti delle commissioni coinvolte per cercare di smuovere le acque. "Il Consiglio ha fatto i compiti a casa", ha avvertito, "ora la palla è nel campo del Parlamento". "Spetta a relatori e presidenti di commissione determinare una posizione comune", ha quindi ingiunto, "e se riusciranno a farlo potremo arrivare a una conclusione positiva dei negoziati entro poche settimane".

Il nodo tecnico, anche se la questione ha contorni sempre più esclusivamente politici, è che la decisione sulla data della fine del roaming, che per Riga può essere "prima del 2018" (aveva proposto il 2017) deve essere accompagnata da altre decisioni che la rendano economicamente sostenibile per gli operatori di tutti i 28, evitando l'effetto boomerang dell'aumento delle tariffe nazionali. Come ha messo in chiaro la presidenza lettone, il Consiglio è pronto a un'intesa "ma non ad ogni costo": devono essere prima rivisti i prezzi all'ingrosso del roaming, perché "il recupero dei costi deve essere la regola di base" in quanto "non possiamo obbligare gli operatori a operare in perdita".

 

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