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Fmi molla tavolo Grecia, nessun progresso, intesa lontana

Ue a Atene,basta azzardo,ora realismo. Tsipras insiste su debito

Donald Tusk

Redazione Ansa

BRUXELLES - La Grecia è sempre più sola: il Fondo monetario internazionale abbandona il tavolo delle trattative di Bruxelles e torna a Washington, convinto che un accordo sia molto lontano e frustrato dalla assoluta mancanza di progressi nel negoziato. I nodi, dalle pensioni al surplus, restano ancora intatti e il nuovo confronto tra il premier Alexis Tsipras e il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker non serve a sbloccare la situazione. Anche l'Europa è stanca, e il presidente dell'Ue, Donald Tusk, mette nuova pressione sul Governo ellenico invitandolo a farla finita con il "gioco d'azzardo" e ad essere "più realista", perché qualcuno potrebbe presto chiamare il "game over". "La gente sta diventando impaziente. Io sono solo un essere umano e condivido la loro impazienza", aveva detto Juncker prima di incontrare Tsipras.

 

Dopo l'incontro, solo poche parole di routine: "Interessante e amichevole", dice con tono poco convinto lasciando il palazzo del Consiglio, mentre parla al telefono. La tensione è sempre più alta: Juncker ha spiegato a Tsipras "un possibile processo con le tre istituzioni che potrebbe ancora consentire di trovare in tempo una soluzione mutualmente accettabile", fa sapere la Commissione. Al netto del linguaggio diplomatico, si tratta di uno degli ultimi tentativi che il lussemburghese è disposto a fare in qualità di mediatore tra Atene e i suoi creditori, ormai stanchi. Anche la Merkel, che finora non si è mai sottratta al confronto, fa sapere di essere fermamente contraria ad un terzo pacchetto di aiuti. E dopo un'altra due giorni di incontri a Bruxelles, Tsipras risponde che accelererà i negoziati, ma conferma che la questione del debito è sul tavolo con le altre, e che non ci sarà accordo senza sciogliere anche quel nodo che invece i creditori vogliono rinviare.

 

Ma non è chiaro con che modalità il negoziato potrà accelerare, visto che il team di negoziatori del Fmi è tornato a casa, da dove fa sapere oggi che restano "importanti differenze in aree chiave e non ci sono stati progressi nel ridurle". Il Fondo "non lascia mai il tavolo" quindi non sta abbandonando la Grecia a se stessa, ma sottolinea anch'esso che "la palla è nel campo di Atene". E siccome siamo "ben lontani da un accordo", crescono i timori che sia già troppo tardi. "Il rischio di un fallimento della Grecia cresce di giorno in giorno", ha detto il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann. "Il prossimo Eurogruppo è cruciale, di certo non abbiamo più tempo", ha precisato Tusk, riferendosi alla riunione di giovedì prossimo a Lussemburgo.

 

Da parte tedesca ci sarebbe anche la spinta per convocare un Eurogruppo prima di giovedì, temendo che un solo appuntamento non basti. Anche perché, essendo la trattativa tornata politica e non più strettamente tecnica, solo i ministri possono prendere posizione a favore o contro le soluzioni proposte dalla Grecia. Sulla testa di Atene oggi è caduta anche un'altra tegola: il Consiglio di Stato ha giudicato "anticostituzionali" i tagli alle pensioni nel settore privato attuati nel 2012, decise dal governo nell'ambito del secondo pacchetto di salvataggio. Una decisione che apre un buco da circa 1,5 miliardi di euro.

 

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