(ANSA) - BRUXELLES, 5 MAG - L'Europa "ha il vento in poppa" e
la ripresa non ha più esitazioni: la Commissione europea rivede
al rialzo le stime sulla crescita grazie soprattutto all'impatto
"significativo" del Quantitative easing e ad altri fattori
esterni come prezzo del petrolio basso e deprezzamento
dell'euro. Per vedere gli effetti di riforme e politiche
economiche, come il piano Juncker, bisognerà aspettare ancora un
po'. Ma la situazione economica resta disomogenea: mentre la
Germania consolida la sua ripresa, la Francia ritrova lo slancio
e l'Italia conferma un ritorno alla crescita sempre più
convinto, in Finlandia il pil precipita, a Cipro torna il segno
meno e in Grecia l'incertezza è tale da dimezzare le stime
precedenti.
Secondo le previsioni di primavera della Commissione, il pil
nell'Eurozona sale quest'anno a 1,5% (+0,2% rispetto alle
previsioni invernali) e nel 2016 a +1,9%. Nell'Ue-28 sale
rispettivamente a +1,8% e a +2,1%. Il 2016 sarà aiutato anche
dall'inflazione che si rimetterà in moto: quest'anno resta ferma
a 0,1%, ma il prossimo schizza all'1,5% grazie a un aumento dei
prezzi al consumo. "Una vera ripresa ciclica è ormai in corso"
in Europa, "anche i dati lo confermano" dalla fiducia dei
consumatori ai consumi e alla produzione industriale, ha detto
il commissario agli affari economici Pierre Moscovici.
Ricordando però che "l'eredità della crisi resta pesante" e che
"la rimessa in moto è stata lunga e fastidiosa".
I lasciti della crisi, scrive la Commissione nelle
previsioni, si sentiranno anche negli anni a venire. E pesano,
ad esempio, sulla disoccupazione che "sebbene in discesa, resta
ancora alta" (11% nell'Eurozona nel 2015). La sfida per l'Europa
è dimostrare che la sua economia continuerà ad espandersi anche
quando passerà questo "vento di poppa" generato dal QE e da
altri fattori esterni. "L'economia europea sta godendo della
primavera più brillante da diversi anni", ma "si deve fare di
più per assicurare che questa ripresa non sia solo un fenomeno
stagionale" continuando a lavorare su "investimenti,
riforme e rispettando politiche fiscali responsabili", ha
spiegato Moscovici.
Per quanto riguarda i singoli Paesi, la Germania vede il suo
pil all'1,9% nel 2015 (+0,4% rispetto alle stime di febbraio) e
al 2% nel 2016. "Nessuno può certo rimpiangere o criticare i
brillanti risultati dell'economia tedesca" ma "credo ci sia
spazio per fare di più, pur nel rispetto del Patto di stabilità"
per "aumentare ulteriormente gli investimenti" e la domanda
interna, avverte il commissario.
Per la Francia, sotto monitoraggio per il rientro dal
deficit, si prevede una crescita a 1,1% nel 2015 e a 1,7% nel
2016. Ma il commissario si aspetta di più sul fronte della
competitività. Stesso discorso per l'Italia, con il suo pil 2015
a +0,6% e 2016 a 1,4% (+0,1% sulle stime di febbraio): per
Bruxelles la sfida resta agire sul debito elevato e sulla bassa
crescita. Torna poi il problema Grecia: è stato "inevitabile"
rivedere al ribasso le stime, spiega Moscovici. Il taglio è
drastico: dal +2,5% di pil 2015 previsto a febbraio, oggi si
scende a 0,5%.
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Ue: Moscovici, finalmente ripresa con vento in poppa
Primavera migliore da anni, ma fare di più. Germania investa