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Sicurezza stradale: Corte Ue, sì divieto guida in altro paese

Ma non deve essere indefinito, rispettare proporzionalità

Redazione Ansa

BRUXELLES - E' lecito vietare la guida nel paese in cui si commette un'infrazione anche se si può continuare a guidare in quello del rilascio della patente. E' quanto ha stabilito la Corte Ue, purché il divieto non sia indefinito e rispetti il principio di proporzionalità. La sentenza fa riferimento al caso di una donna austriaca che, fermata a un controllo in Germania, è risultata positiva alla cannabis. Le autorità tedesche hanno quindi deciso di proibirle la guida sulle strade tedesche, sebbene la donna dotata di patente austriaca possa continuare normalmente a guidare in Austria.

Lussemburgo ha infatti concluso che "il titolare di una patente di guida può vedersi rifiutare da un altro stato membro il diritto di guidare nel territorio di tale stato dopo avervi commesso un'infrazione stradale di natura tale da determinare la sua inidoneità alla guida". Tuttavia, sottolinea la Corte, "tale diritto non dev'essere negato indefinitamente e i requisiti imposti per la sua riacquisizione devono rispettare il principio di proporzionalità". E le misure tedesche sono "efficaci e proporzionate", in quanto il divieto di guida è limitato a cinque anni e può essere revocato prima presentando una perizia medico-psichiatrica che certifichi l'astinenza da sostanze stupefacenti per un anno.

 

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