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Marcia funebre migranti, vogliamo Mare Nostrum Ue

Amnesty International e sans papier accusano leader indifferenti

Redazione Ansa

(ANSA) - BRUXELLES, 23 APR - Vengono dalla Somalia, dalla Siria, dal Pakistan, dal Niger, dall'Afghanistan o dal Maghreb.

In silenzio, marciano seguendo tre bare. Così i "sans papier" di Bruxelles protestano contro i leader europei, "indifferenti" verso le tragedie dell'immigrazione. Il corteo lo organizza Amnesty International, che lo battezza "marcia funebre". In due o trecento partono da Madou, uno dei tanti quartieri multietnici della capitale d'Europa. Sfilano senza urla e puntano sul palazzo dove nel pomeriggio si raduneranno i capi di stato e di governo per il vertice straordinario chiesto dall'Italia e convocato - solo dopo 24 ore di consultazioni tra le capitali - dal presidente Donald Tusk.

"Non siamo un pericolo, siamo in pericolo", "Nessuno è illegale", è scritto sui loro cartelli. "Migliaia sono morti nel Mediterraneo. E' la vergogna dell'Europa", è l'urlo sullo striscione firmato da Amnesty International. Altri mostrano i nomi di chi è morto cadendo da una nave o semplicemente è sparito nel nulla.

A far paura, quelle operazioni militari che l'Europa sembra preparare. Devono colpire i trafficanti, ma spaventano chi su quei barconi ci è stato. "L'operazione italiana 'Mare Nostrum' ha dimostrato che si possono salvare tante vite. Chiediamo che l'Europa finanzi una operazione come Mare Nostrum. E' un' emergenza" dice al megafono Carmen Dupont, coordinatrice della campagna Immigrazione di Amnesty International, parlando ai manifestanti.

"All'inizio della settimana - scandisce - c'erano delle buone premesse ma quanto emerge dalle prime bozze del summit di oggi è ben lontano da questa prospettiva, siamo molto preoccupati".

L'accusa più dura, dal rappresentante del 'Coordinamento sans papier' di Bruxelles: "Fare dell'Europa una fortezza serve solo ad aumentare gli incassi dei trafficanti". Quando gli organizzatori chiudono la manifestazione, un grido: "Basta col silenzio". E scatta il coro: "Non sono gli immigrati, non sono i sans papier, è la legge che deve cambiare".

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