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Ue: BusinessEurope, Italia migliorata in attuazione riforme

Bene su lavoro, liberalizzazioni professioni, lenta su tagli costi

Redazione Ansa

BRUXELLES - L'Italia è tra i paesi Ue che più hanno migliorato l'attuazione delle riforme chieste da Bruxelles con le raccomandazioni specifiche per paese nell'ambito del semestre europeo. E' quanto emerge dal rapporto sul 'Barometro delle riforme' 2014 di BusinessEurope, l'associazione degli industriali europei presieduta da Emma Marcegaglia e di cui Confindustria è il membro italiano. Bene in particolare su lavoro, innovazione, liberalizzazione dei servizi professionali. Indietro invece sul taglio dei costi. Secondo i membri di BusinessEurope che hanno valutato la situazione nei rispettivi paesi, il 90% delle raccomandazioni della Commissione Ue ai 28 è centrato sui problemi giusti, contro l'83% dell'anno scorso. Allo stesso tempo, però, arriva un "severo avvertimento" per la "continua mancanza dell'attuazione delle riforme nell'Ue", in quanto solo il 22% delle raccomandazioni di Bruxelles (23% nel 2013) sono state giudicate "attuate in modo soddisfacente" dai rispettivi paesi.

A fronte di un quadro Ue di questo tipo, però, "alcuni stati membri hanno migliorato la loro attuazione delle riforme, in particolare l'Italia, dove riforme importanti sono state portate avanti anche al di fuori dell'ambito delle raccomandazioni specifiche paese per paese" dell'Ue. Infatti, si sottolinea nel rapporto, "in aggiunta alla valutazione generale positiva dello sforzo di riforma nel contesto del semestre europeo, il governo ha anche portato avanti il suo Job Act" che ha "un significato maggiore il mercato del lavoro italiano con risultati attesi molto positivi in termini di creazione di occupazione".

Altro elemento apprezzato dagli industriali in Italia, "gli sforzi per liberalizzare i servizi professionali e creare un ambiente più competitivo" che ha "migliorato i prezzi per i consumatori". Da quando la riforma è diventata operativa nel gennaio 2012, i prezzi sono infatti cresciuti dell'1,8% a un ritmo "considerevolmente inferiore" rispetto a quelli dei servizi complessivi saliti del 4,3%. Bene anche sul fronte innovazione per le misure fiscali adottate dall'Italia, che aiutano gli investimenti nel settore.

Male, invece, per quanto riguarda l'ambiente imprenditoriale, dal taglio degli oneri al mercato interno, dove anche a livello Ue i progressi sono "particolarmente lenti". In Italia come in Croazia, le federazioni industriali sono "particolarmente preoccupate", ma anche in Svezia, Portogallo, Francia, Belgio, Ungheria e Bulgaria.

 

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