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Grecia chiede chance, ma no ricatti su controllo capitali

Appello ministri a Ue. Negoziato Atene discusso da Draghi-Merkel

Alexis Tsipras

Redazione Ansa

ROMA - "Tutto quello che chiediamo è: date una possibilità alla Grecia". Comincia così l'editoriale dei vertici economici del governo Tsipras sul Financial Times, secondo cui "il Paese è in una posizione come quella di Sisifo, un uomo condannato a trascinare macigno in cima a una collina solo per vederlo rotolare ogni volta". Il presidente dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, però, evoca per la Grecia l'ipotesi dei controlli ai movimenti di capitali. In un'intervista a Bnr Nieuwsradio Dijsselbloem, a domanda sul che fare se il negoziato precipita, ha evocato le "misure radicali" prese da Cipro, dove furono "chiuse le banche e limitati i trasferimenti". E la Grecia risponde a brutto muso a Dijsselbloem: rispetti il suo ruolo istituzionale, dice il portavoce del governo ellenico in una mail, la Grecia non sarà "ricattata".

 

Intanto anche la situazione della Grecia è stata discussa nell'incontro di oggi fra la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente della Bce Mario Draghi. Lo riferisce una fonte vicina al dossier. A scrivere al Ft è Yannis Dragasakis, vicepremier ellenico, coautori il ministro delle Finanze Yanis Varoufakis e quello per gli Affari economici internazionali Euclid Tsakalotos. "E' opinione comune che il governo greco ha un trattamento speciale rispetto ad altri Paesi in difficoltà", è l'incipit dell'editoriale. "Non è così. Chiediamo un apri trattamento". I tre esponenti dell'esecutivo ricordano che l'aggiustamento di bilancio greco è stato più gravoso che altrove: con tagli di spesa e aggravi fiscali per il 45% del reddito disponibile delle famiglie, contro il 20% del Portogallo e il 15% di Italia e Irlanda.

 

"Ondate successive di austerity - scrivono i tre - hanno esacerbato la contrazione del Pil" rendendo il debito "ingestibile: la Grecia prende in prestito sempre di più per pagare debiti precedenti". L'editoriale cita anche il vecchio programma 'Smp' di acquisto dei titoli pubblici da parte della Bce, che "ha anche eliminato il debito greco che avevano le banche dei Paesi principali dell'EUrozona. Le banche greche, tuttavia, continuano ad avere forti somme di quel debito e il costo di ristrutturazione è stato pagato dai contribuenti greci". Fra fuga di capitali e liquidità e fuga di lavoratori qualificati, l' "esodo" ha intaccato la capacità produttiva - ricordano ancora i tre esponenti del governo Tsipras - con "effetti che richiederanno una generazione, o più, per invertirsi". E ce ne è anche per la Germania, visto che - scrivono i tre - nell'unione monetaria realizzata con l'euro, "il peso dell'aggiustamento (degli squilibri macroeconomici, ndr) è sui Paesi in deficit", mentre i surplus esterni sono invariati. 

 

Il governo di Atene è intenzionato a dirottare i proventi delle privatizzazioni nei fondi pensione anziché utilizzarli per rimborsare i prestiti internazionali. Lo ha detto il vice ministro delle Finanze Nadia Valavani, riferisce Kathimerini, e l'ipotesi rischia di creare nuove tensioni con i creditori. "Stiamo creando una agenzia pubblica - ha dichiarato Valavani - e i proventi saranno usati per finanziare politiche sociali e supportare il sistema previdenziale".

 

I creditori della Grecia sarebbero pronti a sborsare 1,9 miliardi di euro, assicurando una boccata d'ossigeno per le casse statali di Atene, in cambio del via libera parlamentare ad alcune delle riforme più "leggere" fra quelle dell'accordo dello scorso 20 febbraio. Lo riferisce il quotidiano Kathimerini, secondo cui fra le riforme figurerebbero l'indipendenza dell'agenzia delle entrate greca e una riforma della giustizia per renderla più indipendente dal governo. La proposta consentirebbe al prossimo Eurogruppo di dare il via libera all'esborso degli 1,9 miliardi di redditi sui bond greci acquistati dalle banche centrali dell'euro. Secondo le fonti di Kathimerini, la Grecia avrebbe un 'buco' di 1,7 miliardi questo mese e oltre due miliardi ad aprile.

 

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