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Isis: re Abdullah a Strasburgo, islamofobia aiuta estremisti

Il paese in prima fila nella lotta contro Stato islamico

Re Abdullah di Giordania in Aula di Strasburgo in una foto d'archivio

Redazione Ansa

BRUXELLES - "Bisogna porre un freno all'islamofobia: un atteggiamento che fa il gioco degli estremisti". Lo afferma Abdullah II, re di Giordania in un intervento nell'aula del parlamento di Strasburgo dedicato in larga parte alla lotta contro i fondamentalisti dell'Isis. "L'Europa - ha proseguito il sovrano hascemita - svolge un ruolo cruciale a favore del dialogo interreligioso e il rispetto per tutte le culture: e' necessario far capire a tutti cosa vuol dire veramente essere musulmano, una religione che chiede a tutti i suoi fedeli rispetto per gli altri. I criminali dell'Isis che negano questa realtà hanno come loro obiettivo principale proprio i musulmani. Dobbiamo lavorare tutti assieme per non permettere che prendano in ostaggio la nostra religione".

 

Secondo il sovrano giordano, la sfida estremista ormai è una minaccia globale: "Non riguarda solo Siria e Iraq, ma Yemen, Libia, perfino Australia. E anche l'Europa - sottolinea Abdullah - è stata colpita duramente. Ma ha reagito mostrando un coraggio imbattibile: a Parigi, assieme a Rania, abbiamo marciato in modo unitario contro la violenza e l'intolleranza. Anche in passato, una guerra europea e' diventata una guerra mondiale. Oggi siamo in una situazione simile: dobbiamo combattere chi profonde odio usando mezzi che nessuna religione tollera. La nostra vittoria dipende dalla nostra unita'. E in questa lotta, l'Europa ha un ruolo cruciale. E' essenziale che tutti noi, le nostre società rinnovino un patto di rispetto reciproco, sostengano valori comuni di pace, progresso e inclusione sociale".

 

Riguardo alla base culturale su cui poggia l'Islam, Abdullah ha ricordato che "amare il prossimo come se stesso e' la regola per ogni musulmano". Quindi, tra i frequenti applausi, ha chiesto una ripresa dei colloqui di pace per uno sbocco positivo del conflitto israelo-palestinese: "Bisogna pensare al futuro, e ciò vuol dire cercare assieme una soluzione pacifica, finale e inclusiva al problema. La radicalizzazione prolifera dove c'e' disperazione e non c'e' alcuna possibilità di sviluppo economico. Per questo motivo e' necessario rafforzare il partenariato gia' esistente tra la Giordania, l'area del Medio Oriente e l'Unione europea".

 

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