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Piano Juncker, da Italia 8 mld. Via libera a regole fondo

Padoan, investimenti di interesse nazionale. Bei pronta a anticipo

Redazione Ansa

BRUXELLES - L'Europa spinge l'acceleratore sugli investimenti e l'Italia decide di dare il suo contributo: nel giorno in cui l'Ecofin approva le regole del nuovo fondo previsto dal piano Juncker, il premier Renzi annuncia che il Governo contribuirà con otto miliardi attraverso la Cassa Depositi e Prestiti. Un contributo che, grazie alle regole approvate oggi, non finirà in un'unica cassa dalla destinazione incerta come da proposta iniziale, ma sarà utilizzato per progetti di interesse nazionale. Il ministro dell'economia Pier Carlo Padoan ha spiegato che "l'idea generale è di far confluire le risorse in piattaforme di investimento che sono di interesse nazionale, anche se c'è chiarezza sul fatto che i criteri di allocazione dei fondi del piano Juncker non devono essere di tipo geopolitico". Quindi non ci saranno quote per Paese, ma allo stesso tempo chi partecipa vedrà un ritorno diretto del suo investimento.

 

I progetti, ha detto Padoan, devono rispettare un criterio macroeconomico, cioè andranno dove meno sono caduti in passato, e uno microeconomico, cioè saranno finanziati progetti meritevoli che non hanno trovato fondi per un 'fallimento di mercato'. Per avere un'idea di dove finiranno gli otto miliardi della Cdp, Padoan ha ricordato che "l'Italia ha già prodotto una lista di progetti di interesse nazionale e progetti fatti in comune con altri Paesi, di tipo infrastrutturale e di sostegno alle pmi, che sono stati vagliati già durante il semestre italiano e che costituisce già un pacchetto di progetti che nel caso dell'Italia hanno un valore facciale di circa 240 miliardi".

 

Il regolamento approvato dall'Ecofin prevede la nascita del fondo EFSI (European fund for strategic investments) con un accordo Bei-Commissione Ue, dotato di 21 miliardi iniziali (16 dal bilancio Ue e 5 da Bei) che faranno da garanzie per mobilitare fino a 315 miliardi di euro. Il fondo sarà gestito da uno 'Steering board' che fisserà le linee guida degli investimenti e il profilo di rischio del fondo, e da una 'Commissione per gli investimenti' indipendente che selezionerà i progetti da finanziare. Per assicurare l'imparzialità e l'assenza di influenza politica, entrambi i board saranno composti esclusivamente da funzionari di Bei e Commissione Ue.

 

Ora la presidenza lettone potrà cominciare il negoziato con il Parlamento Ue per arrivare all'approvazione definitiva, che la Ue spera possa arrivare entro l'estate in modo da avere il fondo operativo a partire da settembre-ottobre. Ma vista la sete di investimenti dell'Europa, per anticipare i tempi la Bei è disposta ad avviare il lavoro prima che siano completati tutti i passaggi formali e ad aprile dovrebbe presentare al suo board la lista dei primi progetti che è disposta a cofinanziare. Nell'ultimo anno "l'Europa è cambiata. Le parole d'ordine che prima erano stabilità e austerità sono diventate crescita, riforme e investimenti. Settore nel quale l'Italia sarà protagonista, contribuendo attraverso Cassa Depositi e Prestiti con 8 miliardi di euro al fondo europeo per gli investimenti strategici", ha scritto su Facebook Renzi. Soddisfazione immediata del vicepresidente della Commissione Ue Jyrki Katainen: "Grande notizia! Grazie mille @matteorenzi", ha scritto su twitter Katainen, precisando che il contributo italiano si aggiunge a quello di Germania (10 miliardi), Spagna (1,5) e Francia (8).

 

 

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