(ANSA) - RIGA, 5 MAR - L'Unione europea si prepara a cambiare
rotta nella gestione dei rapporti con Mosca. Mentre il Congresso
Usa preme per la linea dura, tra i 28 sono essenzialmente solo i
baltici e la Polonia i 'falchi'. Ma la anche chi cerca il
dialogo resta guardingo e nel consiglio dei ministri degli
esteri 'informale' che si terrà domani e sabato a Riga, ovvero a
pochi chilometri dalla frontiera con la Russia, oltre ad
affrontare le sfide dell'Isis e della Libia (che sarà al primo
posto nell'agenda), cercherà di prepararsi ai prossimi mesi,
tenendo pronte nuove sanzioni che potrebbero scattare se - come
indicano qualificate fonti europee - venisse di nuovo attaccata
Mariupol. Se la tregua invece dovesse tenere, se Kiev avviasse
le riforme e la promessa decentralizzazione, si poyrebbe
cominciare a valutare se mantenere - e per quanto tempo - le
sanzioni economiche della 'fase 3' varate a luglio e settembre
sull'onda emotiva dell'abbattimento del volo MH17. Sapendo, come
spiegano a Bruxelles, che "già rinnovarle ne moltiplica
esponenzialmente l'effetto".
Intanto, passato un anno dall'annessione della Crimea e
dall'esplosione del conflitto nell'Ucraina dell'est, a Bruxelles
si riconosce che sono stati fatti errori nei mesi che hanno
preceduto il rifiuto dell'accordo tra Ucraina e Ue che fecero
scattare le proteste in piazza Majdan. "Ci si è fatti prendere
dalle rigidità del 'processo' europeo, sono stati sottovalutati
segnali, non si è fatto tutto quello che si poteva e doveva fare
per prevenire la crisi con la Russia" spiega un'alta fonte
diplomatica europea. Di fatto, una ammissione che la fase finale
delle trattative per l'accordo di libero commercio con Kiev da
parte della Commissione Barroso, gestita da Catherine Ashton e
Stefan Fule, rispettivamente ex alto rappresentante e
Commissario per l'allargamento, ha sottovalutato le reazioni di
Mosca. Ieri il nuovo 'ministro degli esteri' europeo, Federica
Mogherini, ha lanciato la revisione delle politiche per il
vicinato dell'europa, "in fiamme" tanto a sud quanto a est.
Punto centrale, quella che suona come una rivoluzione
copernicana nei palazzi bruxellesi: da ora in poi i rapporti con
i vicini si terranno tenendo conto e "cooperando" con "i vicini
dei vicini".
Da mesi a Bruxelles si studiano gli scenari di una possibile
'fase 4' delle sanzioni economiche. Ma, come ricordato ieri
anche dalla Cancelliera Angela Merkel in visita alla
Commissione, dopo il fragile accordo-bis di Minsk, l'escalation
scatterebbe solo "se viene violato il pacchetto concordato a
Minsk". Ed oggi, mentre il premier Matteo Renzi deponeva fuori
sul luogo dell'assassimio di Boris Nemtsov poco prima di
incontrare Vladimir Putin al Cremlino, il ministro degli Esteri
tedesco Frank-Walter Steinmeier in una intervista ad
Handelsblatt si è detto contrario a "un isolamento duraturo
dell'Europa nei confronti della Russia".
Insomma, con la Russia - indispensabile partner contro l'Isis
e in Libia - bisogna trattare. "Chi vuole una soluzione deve
avere il coraggio di tornare alle trattative, laddove se ne
offrisse la possibilità. Parole anche forti non evitano i morti"
afferma Steinmeier, aggiungendo di non aver "mai avuto
l'illusione che il conflitto si possa risolvere soltanto con le
sanzioni". (ANSA).
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Ue cambia rotta con Mosca, ma pronte nuove sanzioni
"In caso di attacco a Mariupol". Domani ministri esteri a Riga