(ANSA) - BRUXELLES, 23 FEB - Ci lavorano freneticamente ad
Atene e Bruxelles, ma il governo di Alexis Tsipras non riesce a
rispettare il termine concordato venerdì all' Eurogruppo. Slitta
a domani - quando mancheranno solo quattro giorni al 28 febbraio
- la presentazione della lista di riforme che la Grecia aveva
promesso di inviare entro la mezzanotte di oggi a Bruxelles,
Francoforte e Washington, ovvero a Commissione, Bce e Fmi. Per
l'Eurogruppo, che domani attenderà il giudizio della troika
scomparsa solo sulla carta prima di avviare una consultazione
telematica, la lista è la condizione indispensabile per
concedere il prolungamento dei prestiti per quattro mesi e con
esso anche il tempo chiesto da Atene per trovare il compromesso
tra le promesse fatte in campagna elettorale e la realtà degli
impegni vincolanti.
Da Berlino, in attesa che l'elenco veda la luce, il portavoce
di Wolfgang Schaeuble torna ad insistere: "La lista di Atene
deve essere coerente e plausibile". E, come monito a chi
pensasse che con l'accordo di venerdì il più fosse stato fatto,
sottolinea che "approvare un nuovo programma di aiuti non
sarebbe cosa da poco".
Tra le misure che il governo Tsipras metterebbe sulla lista,
secondo fonti europee: una severa lotta contro la corruzione e
l'evasione fiscale, la riforma della burocrazia, interventi sui
debiti della pubblica amministrazione verso le aziende ed il
nodo dei crediti deteriorati delle banche. Secondo la Bild, il
governo punterebbe anche a contrastare il contrabbando di
benzina e sigarette e vorrebbe imporre una patrimoniale da 2,5
miliardi sui contribuenti più ricchi.
Per essere sicuri che la lista sia "plausibile", sulla bozza
finiscono per lavorare insieme tanto i tecnici di Atene quanto
quelli di Bruxelles ("siamo in stretto contatto" dice la
portavoce della Commissione). Intanto Jean Claude Juncker, in
una intervista al settimanale economico tedesco
Wirtschaftswoche, avverte il governo Tsipras - già in difficoltà
per la contestazione della sinistra interna - che è meglio
accantonare la proposta di aumento del salario minimo a 751 euro
al mese: se lo facesse, "in Europa ci sarebbero sei paesi con un
salrio minimo inferiore", tra cui Spagna e Slovacchia.
Ma per la Commissione "non esiste un piano B" che preveda
l'ipotesi di uscita della Grecia dall'euro. E' lo stesso Pierre
Moscovici a ribadirlo, parlando a France 2: "Non solo non la
studio ma vieto anche che venga studiata". Quanto sia difficile
l'esercizio di equilibrismo, il Commissario francese lo spiega
sottolineando che "da una parte dobbiamo considerare il
programma del governo greco altrimenti c'è negazione della
democrazia, dall'altra gli impegni assunti dalla Grecia rispetto
ai suoi partner, in particolare il Fondo Monetario
Internazionale". Ma, sottolineando che "non è questione di
cancellare il debito greco", ricorda che "una soluzione
equilibrata è necessaria" perché la Grecia "è in una situazione
di estrema povertà" e rischia una "crisi umanitaria". (ANSA).
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Piano Atene slitta a domani. Berlino preme, sia plausibile
Moscovici,non c'è piano B. Eurogruppo aspetta giudizio ex-troika