(ANSA) - BRUXELLES, 5 FEB - Per la prima volta dallo scoppio
della crisi torna la crescita in tutti i paesi dell'eurozona, ma
con grandi disparità tra loro. E balza subito agli occhi che tra
quelli a spingere di più sull'acceleratore del pil nel 2015 ci
saranno Spagna, Irlanda e Grecia. Tutti paesi, insomma, che
hanno conosciuto i programmi lacrime e sangue della Troika.
Il record di economia che cresce più fretta dell'eurozona
andrà anche nel 2015, secondo le previsioni economiche d'inverno
della Commissione Ue, proprio alla tigre celtica: +3,5%. Il dato
è però leggermente al ribasso rispetto alle previsioni d'autunno
(3,6%) e decisamente in rallentamento dopo il 4,8% del 2014.
Secondo l'analisi di Bruxelles, l'economia di Dublino resterà
"resistente e continuerà a crescere più velocemente della media
Ue", mentre "grazie a un forte gettito il deficit resta in
discesa nonostante una considerevole spesa eccessiva" (2,9%). A
giocare a favore esportazioni e la presenza delle sedi delle
multinazionali. La disoccupazione scende al 9,6%.
Il caso spagnolo è ancora più emblematico, e il premier
Mariano Rajoy ha subito parlato di "orgoglio legittimo". Con le
nuove previsioni la crescita balza infatti al 2,3% (dall'1,7%
stimato in autunno) dopo l'1,4% del 2014, grazie alla ripresa
della domanda interna che beneficia di un mercato del lavoro
migliorato, condizioni creditizie più facili, maggiore fiducia e
prezzi del petrolio al ribasso. Se le esportazioni sono in
temporanea battuta d'arresto, miglioreranno tra questo e il
prossimo anno in linea con una rafforzata competitività, mentre
disoccupazione e deficit sono in discesa (rispettivamente 22,5%
e 4,5%).
Interessante anche il caso della Grecia. A politiche
invariate, ossia assumendo che il Paese rispetti gli impegni
presi con la Troika, Atene crescerà ancora di più, con un pil al
2,5% che schizza al 3,6% nel 2016. E non solo azzererà il suo
deficit, ma lo trasformerà in un surplus record dell'1,1%
quest'anno e dell'1,6% il prossimo da fare impallidire la
Germania (0,2%). In calo anche la disoccupazione (25% nel 2015 e
22% nel 2016) e il debito (rispettivamente 170,2% e 159,2%).
L'economia greca ha cominciato a crescere di nuovo trainata dai
consumi privati e l'aumento delle esportazioni ma, avverte la
Commissione, "l'incertezza della direzione delle politiche sta
colpendo la fiducia e può rallentare la velocità della
ripresa".(ANSA).
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Il caso Spagna, la crescita vola al 2,3%
Anche in Irlanda la 'cura'europea porta frutti,pil più alto 3,5%