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Le tre elezioni del 2015 che tengono l'Ue col fiato sospeso

Grecia alle urne a gennaio, Gb a maggio, Spagna a dicembre

Le tre elezioni del 2015 che tengono l'Ue col fiato sospeso

Redazione Ansa

(ANSA) - BRUXELLES - Con i nuovi partiti della sinistra anti-austerità di Syriza e Podemos, fieri oppositori delle politiche volute da Angela Merkel, in testa ai sondaggi in Grecia e in Spagna, e l'euroscetticismo dell'Ukip di Nigel Farage che tiene banco in Gran Bretagna, l'Europa a guida Jean Claude Juncker guarda col fiato sospeso al calendario dei principali appuntamenti elettorali del 2015.

Mentre il presidente della Bce Mario Draghi richiama i governi dell'Unione a impegnarsi di più nelle riforme per rafforzare una ripresa ancora "debole e irregolare", e annuncia "preparativi tecnici" per modificare le misure dell'Eurotower da mettere in campo in caso di necessità, analisti e addetti ai lavori avvertono sui rischi che potrebbero derivare dalla vittoria di forze anti-Ue.

Il giro sull'ottovolante, con temibili ripercussioni sui mercati finanziari, prende il via il 25 gennaio, con le elezioni politiche in Grecia, dove il ritorno alle urne si è reso necessario dopo la mancata elezione del presidente della repubblica. Gli ultimi rilevamenti sulle intenzioni di voto vedono Syriza al comando: la forza di sinistra anti-Troika (Ue, Bce, Fmi) guidata da Alexis Tsipras conta su un consenso intorno al 30%, con una forchetta tra i tre ed i cinque punti percentuali sui conservatori di Nea Dimokratia di Antonis Samaras. "La posta in gioco - secondo il premier uscente - e' la permanenza stessa del Paese nell'Europa e nell'euro". Mentre l'economista Lorenzo Bini Smaghi evidenzia: se il governo non metterà in atto le misure per cui si è impegnato, "inclusa la ristrutturazione del debito, la rete di salvataggio creata negli ultimi anni in Europa rischia di saltare, facendo precipitare il continente in una nuova crisi profonda".

L'Ue sarà di nuovo sulle montagne russe il 7 maggio, con le elezioni generali in Gran Bretagna. Sebbene il risultato elettorale si annunci "imprevedibile", come sottolineano da più parti numerosi osservatori, il partito euroscettico guidato da Nigel Farage, che ha fatto di immigrazione e uscita dall'Unione il suo cavallo di battaglia, punta a fare man bassa di seggi. Una presenza massiccia di rappresentanti dell'Ukip in Parlamento potrebbe accelerare, o comunque dare un segnale sulla cosiddetta "Brexit", ovvero l'uscita della Gran Bretagna dell'Unione europea, ipotesi che il premier conservatore David Cameron ha promesso comunque di verificare con un referendum nel 2017, in caso di rielezione.

A dicembre, a tenere col fiato sospeso, saranno poi le elezioni in Spagna, dove i sondaggi vedono in testa gli 'indignati' di Podemos, guidati da Pablo Iglesias, partito che si sta già affermando come principale alternativa al governo conservatore di Mariano Rajoy, e rafforzatosi dopo l'esplosione di alcuni casi di corruzione che hanno visto coinvolti, come in passato i socialisti, diversi esponenti del Partido popular.

Come Syriza, Podemos fa parte della Sinistra europea all'europarlamento, e si contrappone all'ordine liberale che forma l'ossatura dell'Unione europea. Il partito di Iglesias, che idealmente forma già un asse con quello di Tsipras (di recente i due leader politici si sono scambiati reciproci auguri di vittoria), è infatti favorevole a nazionalizzare i settori strategici dell'economia, contro la liberalizzazione del mercato del lavoro fatta in Spagna sia tanto da Zapatero quanto da Rajoy. (ANSA).

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