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Ucraina si avvicina alla Nato, nuovo round negoziati con filorussi

Kiev rinuncia a status Paese 'non allineato', ira di Mosca

Il presidente ucraino Poroshenko

Redazione Ansa

BRUXELLES - L'Ucraina rinuncia al suo status di Paese 'non allineato' e si avvicina alla Nato alla vigilia del nuovo round di negoziati con i separatisti filorussi, una mossa che ha subito suscitato l'ira di Mosca che si è detta pronta a reagire. Nel frattempo la Nato lascia la porta aperta all'eventuale adesione di Kiev, che però per ora non ha ancora fatto richiesta. Il Parlamento di Kiev ha approvato oggi un disegno di legge, considerato da molti un passo storico, con cui il Paese rinuncia allo status che lo manteneva equidistante dalle alleanze militari internazionali e si impegna a soddisfare i criteri di adesione all'alleanza atlantica. Schiacciante la maggioranza di deputati a favore: 303 contro solo otto contrari.

 

Ora il presidente ucraino Poroshenko, che aveva giustificato il testo con la necessità di difendersi dall'aggressione russa, dovrà promulgare il testo. "L'integrazione europea ed euro-atlantica è un cammino che non ha alternative per l'Ucraina", ha detto Poroshenko subito dopo il voto. Proprio il presidente ha annunciato una nuova sessione di negoziati di pace tra Kiev e i ribelli tra domani e venerdì a Minsk. La decisione di riprendere le discussioni con Mosca è stata presa dopo una conversazione telefonica con Putin, il presidente francese Francois Hollande e la cancelliera Angela Merkel. Dura la reazione del premier russo Dimitri Medvedev al passo compiuto dall'Ucraina oggi: "Si tratta di fatto di una domanda d'adesione alla Nato, che trasforma l'Ucraina in un potenziale avversario militare della Russia".

 

E proprio alla vigilia dei negoziati, per il ministro degli esteri Sergei Lavrov il gesto è "assolutamente controproducente e non farà che esacerbare il clima di confronto". Lavrov ha poi invitato Kiev a "riconoscere i ribelli come interlocutori legittimi" e a instaurare un "dialogo" politico per trovare una "soluzione" al conflitto tramite una "riforma costituzionale". Da parte sua la Nato lascia la porta aperta a Kiev, come già fatto in passato. "Rispettiamo la decisione del Parlamento, l'Ucraina è uno Stato indipendente e sovrano ed è il solo che decide sull'orientamento della sua politica estera", ha commentato l'Alleanza in una nota. "Come deciso al summit di Bucarest nel 2008, la nostra porta è aperta e l'Ucraina diventerà membro se lo richiederà e soddisfarà gli standard e aderirà ai principi" nella Nato. E se Kiev dovesse presentare domanda di adesione, "sarà valutata come ogni altro candidato".

 

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