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Doccia fredda regolatori Ue, impossibile fine roaming

Troppe differenze tra operatori e consumatori,rischi per tariffe

Doccia fredda regolatori Ue, impossibile fine roaming

Redazione Ansa

BRUXELLES - La fine del roaming per i consumatori europei si fa sempre più lontana. Anzi, sembra essere al momento tecnicamente impossibile, stando all'analisi compiuta dai regolatori europei del Berec, che bocciano anch'essi la proposta di Commissione e Parlamento Ue di usare telefonia e traffico dati all'estero come a casa. Troppe le differenze tra gli operatori, gli utenti e i mercati europei della telefonia per riuscire a trovare un "punto di equilibrio" che "non c'è" tra le tante e diverse esigenze - concorrenza, investimenti, consumatori. Al punto che potrebbe scattare un 'effetto boomerang' a danno di questi ultimi, con il rischio di vedersi aumentare le tariffe per coprire i costi di chi viaggia.


L'opinione del Berec era attesa da molti stati membri che, già riluttanti, nel bloccare il pacchetto Kroes avevano chiesto di visionarlo prima di esprimersi in modo definitivo. E questo non sembra lasciare adito a dubbi: l'analisi delle proposte Ue, si legge nel testo che domani verrà sottoposto al gruppo di lavoro dei 28 sulle tlc, "dimostra che la rimozione dei sovraccosti del roaming al dettaglio in Europa non è attualmente sostenibile o fattibile in pratica date le significative variazioni in una serie di importanti parametri tra gli stati membri", tra cui "le differenze tra gli operatori" con "i livelli delle tariffe al dettaglio, i costi" oltre ai "modelli di consumo e di viaggio".


Dati alla mano, i prezzi delle chiamate voce in Europa variano in media per un minuto dai 2 ai 14 centesimi, mentre quelli dei dati vanno da 0,2 centesimi a 5 per Mb, con un uso di questi ultimi che passa, a seconda dei paesi, dal 7% al 561% della media Ue. Senza contare che il tempo speso all'estero varia da un minimo di un giorno per i greci o dei 2,2 per gli italiani ai 27 dei lussemburghesi o a una media di 12 per i paesi del Nord che viaggiano (e quindi usano il roaming, con i rispettivi operatori tlc che devono 'acquistare' i servizi da quelle del Sud) in quelli del Mediterraneo dove vanno in vacanza. E anche i costi per fornire i servizi da parte degli operatori variano molto, e per il roaming possono salire per quei paesi a destinazione turistica che dovrebbero potenziare le proprie infrastrutture per rispondere a una domanda crescente.


In "queste circostanze", quindi, conclude il Berec, con una tale disparità tra i mercati europei delle tlc, "non è possibile delineare una singola soluzione sostenibile" per il roaming.


Anche un mix di approcci alternativi (per esempio un 'uso equo limitato' del roaming con una tariffa giornaliera o settimanale quando si supera un tetto massimo) presi in considerazione dai regolatori Ue implicano rischi a medio-lungo termine, o finiscono per favorire quegli operatori presenti in più paesi che possono più facilmente assorbire costi e ricavi. Il nodo sta nella differenza tra i prezzi all'ingrosso e al dettaglio, soprattutto per i dati. Sarebbe quindi necessario intervenire sul mercato del roaming all'ingrosso, con la riduzione dei tetti all'ingrosso che al momento sono più alti dei costi. 

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