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Cameron al contrattacco, stop benefit per immigrati Ue

Stampa anticipa nuove misure. Ministro Interni, troppi arrivi

David Cameron

Redazione Ansa

LONDRA - Passa subito al contrattacco il primo ministro britannico David Cameron e, a pochi giorni da un nuovo duro colpo inflittogli dall'Ukip con la conquista del secondo seggio a Westminster nelle elezioni suppletive lo scorso giovedi', rafforza il suo messaggio per una stretta sull'immigrazione, in particolare quella proveniente da altri paesi Ue. Secondo il Sunday Times, gia' alla fine della prossima settimana il premier conservatore potrebbe pronunciare l'atteso discorso sul tema annunciando nuove misure per limitare l'accesso a sussidi, benefit e detrazioni fiscali per i nuovi arrivati dall'Europa, almeno per i primi due anni di soggiorno nel Regno Unito.

Su questo si gioca la gran parte della campagna elettorale gia' entrata nel vivo in vista delle elezioni politiche fissate per il 7 maggio 2015, con la minaccia del partito euroscettico guidato da Nigel Farage che pesa come un macigno sul leader Tory. Settimana dopo settimana Cameron va mostrandosi sempre piu' risoluto nell'obiettivo di contenere l'immigrazione, pungolato com'e' anche dalla frangia piu' euroscettica del suo partito. E la sua strategia passa obbligatoriamente per la promessa di rinegoziare il rapporto di Londra con Bruxelles, con il nodo della libera circolazione balzato in cima all'agenda.

Un percorso che Cameron ha intrapreso anche nella consapevolezza di dover far fronte ad una promessa mancata, come oggi ha ammesso per prima chiaramente la titolare degli Interni, Theresa May, nel riconoscere che con tutta probabilita' non verra' raggiunto l'obiettivo prefissato dal governo a guida Tory di ridurre l'immigrazione netta entro la fine di questa legislature portandola ad un limite massimo di 100mila unita'. La causa: ''il numero crescente di arrivi dall'Europa, in parte dovuto al fatto che la nostra economia va meglio di quelle in altri Paesi d'Europa'', ha detto Theresa May. ''Stiamo facendo il possibile rispetto all'immigrazione dall'Ue ma c'è ancora molto da fare'', ha continuato. ''E' unicamente il partito conservatore a garantire che, se resta al governo dopo le elezioni del 2015, rinegozierà il rapporto con l'Ue. E la libera circolazione sarà una delle questioni al centro del negoziato. Negoziato che io credo vinceremo - ha aggiunto - perché vedo che adesso in Europa c'è maggiore disponibilità ad affrontare la questione''.

Intanto i 'ribelli' del partito conservatore sono in fermento e, facendo leva anche sulla paura di nuove defezioni verso l'Ukip, alzano il tiro fino a chiedere al primo ministro di spingere al limite la sua 'strategia sull'Europa', fino a parlare chiaramente di una campagna per uscire dall'Ue. Sempre secondo il Sunday Times se ne farebbe 'portabandiera' l'ex ministro dell'Ambiente Owen Paterson, intenzionato a 'sfidare' il primo ministro affinche' spieghi chiaramente e prima del voto di maggio i termini per una possibile uscita dall'Unione.

 

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