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Ue cerca intesa clima-energia 2030, Renzi punta in alto

Premier, ambiziosi ma resistenza da Paesi'carbone'. 'Spettro'conti

Ue cerca intesa clima-energia 2030, Renzi punta in alto

Redazione Ansa

BRUXELLES - Alla vigilia del vertice Ue un'intesa sulla strategia in materia di clima ed energia per il 2030 tarda ad arrivare, e il rischio è che il tema dell'esame dei conti pubblici in corso a Bruxelles finisca per prendere il sopravvento. "Siamo cautamente ottimisti su un possibile accordo" sul pacchetto 2030, ripetono come un mantra le fonti comunitarie alle prese con posizioni diverse da Paese a Paese che cambiano anche in funzione dei singoli target sul tavolo.

 

Il primo, su cui c'è un certo consenso, prevede una riduzione vincolante a livello nazionale del 40% di CO2. La strada, invece, è ancora in salita sul 27% di consumo "obbligatorio" di energia da rinnovabili e su un aumento "indicativo" del 30% dell'efficienza energetica, entrambi a livello Ue. In più vanno contati i 'meccanismi di solidarietà' per gli aiuti ai Paesi con un Pil pro capite inferiore alla media Ue, che arrivano dal mercato europeo della CO2 (Ets). Sullo sfondo della crisi ucraina pesa poi la questione della sicurezza energetica con il target delle interconnessioni per il mercato unico dell'energia. 

 

In questo contesto di equilibri precari l'Italia alla presidenza di turno dell'Unione dei 28 punta ad incassare un accordo, ma non nasconde le difficoltà. "In tema di clima ed energia il nostro compito è avere l'ambizione più alta possibile", ha detto il premier Matteo Renzi, anche se "non tutti gli altri Paesi sono di questo avviso: c'è forte resistenza di chi si affida al carbone ad accettare una scommessa così difficile". Un chiaro riferimento alla Polonia che guida il blocco di Visegrad (Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria) insieme a Bulgaria e Romania, preoccupata per un possibile aumento della bolletta e dei costi per l'innovazione di sistemi produttivi poco efficienti.

 

La Gran Bretagna, invece, mira al solo obiettivo vincolante della riduzione di CO2, mentre la Germania vuole tutti e tre obiettivi ambiziosi. La Francia, dal canto suo, è interessata a chiudere la partita in vista della conferenza Onu sul clima di Parigi, ma non si sbilancia troppo dato che il suo mix energetico è dominato dal nucleare. "Roma sosterrà fino in fondo il tema degli investimenti per quanto riguarda i 'green jobs' e la sostenibilità ambientale", ha assicurato Renzi, sul quale in queste ore continua a pendere come una spada di Damocle l'esame della legge di stabilità da parte della Commissione europea. Se e come questo fattore inciderà sull'agenda del vertice, non è ancora chiaro.

 

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