(ANSA) - BRUXELLES, 22 SET - La Bce ha fatto la sua parte,
anche con il recente programma di acquisti TLTRO, ora tocca ai
Governi fare e soprattutto attuare le riforme strutturali per
ridare all'economia quello slancio che attualmente ha perduto:
il presidente della Bce Mario Draghi torna a richiamare i
Governi alle loro responsabilità perché si diano da fare visto
che gli strumenti li hanno tutti, compresa la flessibilità che è
già prevista dal Patto di stabilità e può essere usata anche da
chi non ha spazio di bilancio. Visione che coincide con quella
della Merkel, che dopo l'incontro con il premier francese Manuel
Valls ha ribadito: si può crescere "anche senza soldi
aggiuntivi". Lo sforzo sta quindi ai soli Governi, ma c'è chi,
come l'Italia, resta indietro sulle riforme, avverte la
Commissione Ue in un rapporto.
"La crisi finirà solo quando tornerà una piena fiducia
nell'economia, quando le imprese torneranno ad assumere rischi,
investire, creare lavoro. Questo dipende da molti fattori,
inclusa la politica monetaria ma soprattutto dall'attuazione
delle riforme che sosterrà la credibilità", ha detto Draghi
parlando alla commissione economica del Parlamento Ue. Ma siamo
ancora lontani se la fiducia continua a scendere (come segnala
l'indicatore della DG Ecfin) e se all'Italia, proprio sulle
riforme, arriva un nuovo richiamo da Bruxelles: "I risultati
positivi dello sforzo delle riforme strutturali chieste dalla
Commissione europea sono più chiari per la Spagna, seguita dal
Portogallo, mentre tanto Italia che Grecia sono rimaste
indietro", scrive la Commissione Ue in un rapporto, spiegando
che in Italia "lo slancio delle riforme sembra aver rallentato".
Eppure, avverte Draghi, "riforme insufficienti pesano sugli
investimenti", è per questo che i Paesi devono fare quanto
prescritto dalla Commissione nelle raccomandazioni. Anche il
rilancio degli investimenti pubblici e privati è soprattutto
compito loro, perché anche se non hanno "margini di bilancio",
possono "ridistribuire le priorità orientandole alla crescita,
cioè privilegiando gli investimenti, abbassando le tasse e
pensando di ridurre la spesa improduttiva". Il numero uno della
Banca centrale europea non ci sta a fornire alibi ai politici
che governano i Paesi dell'Eurozona e che si aspettano da
Francoforte la soluzione alla crisi: "Non è compito della Bce"
aiutare i bilanci dei governi, ha detto Draghi, ma "dove sono
finiti gli incredibili risparmi che i Governi hanno fatto grazie
alle decisioni di politica monetaria della Bce?". La domanda è
retorica, perché il presidente conosce la risposta e spiega che
i risparmi fatti sul servizio del debito grazie alle mosse
dell'Eurotower sono andati a "finanziare la spesa corrente", e
non a nuovi investimenti o al risanamento dei conti pubblici
come chiedeva l'Europa. E' per questo che dopo il TLTRO, che ha
già avuto un "effetto notevolmente positivo sui mercati",
Francoforte starà a guardare le mosse delle capitali, sperando
che affrontino soprattutto quella "enorme disoccupazione" che la
stessa Bce aveva sottovalutato e che ha portato al calo
dell'inflazione.
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Draghi, ripresa perde impulso, riforme bloccano crisi
Merkel, crescita senza nuovi soldi. Ue,Italia indietro su sforzi