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Immigrazione: studio lotta contro stereotipi e luoghi comuni

Da regola Dublino a lavoro.Malmstrom,riconoscere valore fenomeno

Immigrazione: studio lotta contro stereotipi e luoghi comuni

Redazione Ansa

BRUXELLES - "C'è un equivoco secondo il quale il regolamento di Dublino prevede che l'esame di una richiesta di asilo competa al primo Stato membro di ingresso, col risultato che questo pone una pressione sproporzionata sui Paesi dell'Europa meridionale, e sulla loro capacità di far fronte al peso economico dei rifugiati. Ma la realtà è diversa".


Così uno studio del Centro politico sulle migrazioni dell'Istituto europeo di Fiesole (Firenze) curato dal direttore del centro Philippe Fargues (relazione che, come precisa la Commissione Ue esprime unicamente il punto di vista degli autori) presentato a Bruxelles dal commissario Ue agli Affari interni Cecilia Malmstrom.


Secondo la relazione - che ha l'obiettivo di sfatare in otto punti luoghi comuni e stereotipi sul fenomeno - "i legami familiari di un richiedente asilo, sono prioritari nel determinare quale Stato membro debba considerare la richiesta di un migrante, ancor prima del criterio del primo Paese d'ingresso. Questo spiega perchè molte più richieste vengano considerate in Germania, Francia e Svezia, che non in Grecia, Italia o Spagna". Secondo i dati pubblicati dal report (calcolati su base Eurostat), l'Italia nel 2013 è stata al quattordicesimo posto per numero di richieste di asilo per milioni di abitanti, mentre nelle prime posizioni si trovano Svezia, Malta, Lussemburgo, Ungheria, Germania, Cipro.


Tra i casi portati come esempio dallo studio, per sfatare gli stereotipi sull'occupazione e dimostrare l'utilità dei lavoratori immigrati poco qualificati, quello degli indiani nell'industria casearia italiana. "Riconoscere il contributo fornito dai migranti alle nostre società richiede una forte leadership politica - ha detto Malmstrom -. Serve ad innalzare il livello della discussione e calmare l'aspetto emotivo. Dobbiamo agire per contrastare l'influsso di posizioni razziste e xenofobe sull'agenda politica dei paesi Ue. L'Europa non può permettersi di ignorare i vantaggi dell'immigrazione e compromettere così la ripresa dell'Europa dalla crisi".


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