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Fondi Ue: Bruxelles incalza Italia, nodo è capacità Pa

Osservazioni Commissione a documento su programmazione 2014-2020

Redazione Ansa

BRUXELLES - La capacità amministrativa dell'Italia nella gestione dei fondi strutturali è il nodo cruciale delle osservazioni all'accordo di partenariato per la programmazione dei Fondi Ue 2014-2020, che la Commissione Ue ha inviato a Roma. Un documento in 260 punti, di cui 20 affrontano le questioni principali. Per dare una prospettiva al numero di osservazioni, spiegando che 260 è una quota che rientra nella normalità, Shirin Wheeler, portavoce del commissario Ue alle Politiche regionali Johannes Hahn spiega come "i polacchi ne hanno ricevute 510, i tedeschi 220, i lituani 320, gli spagnoli 260".


"E' normale - spiega Wheeler - che nel momento che stiamo negoziando per sette anni" 44 miliardi di euro, di cui 32,8 miliardi per le politiche di coesione, e gli altri per il Fondo di sviluppo rurale ed il nuovo Fondo per la pesca, "vogliamo andare nel dettaglio. Ha senso che in questa fase le cose siano fatte bene adesso e che tra tre anni non ci si torni sopra".


La questione di primo piano è la discussione "sul governo di queste risorse" per evitare il ripetersi dei problemi avuti nella programmazione 2007-2013, con i ritardi, le sospensioni, le interruzioni".


Al primo punto del negoziato si indica la necessità di raggiungere "un accordo affinchè ciascuna autorità che si candida a gestire queste risorse, che sia essa una Regione o un ministero, deve sottoscrivere un piano di riforma amministrativa, firmata a livello politico". L'altra questione è il pieno funzionamento dell'Agenzia territoriale per la coesione "che garantisca il presidio e che le cose vadano come devono, e che intervenga dove sono i problemi", mentre il terzo elemento centrale riguarda "i sistemi di audit per i quali chiediamo un presidio centrale più forte".


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