(ANSA) - BRUXELLES, 8 LUG - Permettere alle 300 autorità
marittime europee di conoscere in tempo reale i mezzi degli
Stati membri disponibili per intervenire in caso di salvataggi
in mare, ma anche scambiarsi le schede di immatricolazione delle
barche da diporto per lottare in modo più efficace contro la
criminalità organizzata, o ancora gestire gravi crisi marittime
conseguenze di catastrofi naturali come nel caso della Costa
Concordia. La Commissione europea pubblica oggi un documento in
cui incoraggia gli Stati membri a passare ad una marcia
superiore nel sistema comune per la condivisione delle
informazioni (Cise), per rendere la sorveglianza dei mari
europei più efficace ed economicamente meno costosa.
Insomma, si tratta di abbattere le barriere della
comunicazione tra le autorità civili e militari degli Stati
membri: dalle guardie costiere alle forze navali ai responsabili
della sorveglianza del traffico, ma anche del controllo delle
frontiere, dell'attività dei pescherecci fino alla sorveglianza
dell'ambiente contro l'inquinamento. In questo modo si potrebbe
ridurre del 40% la raccolta degli stessi dati con un'economia di
spesa che andrebbe fino a 400 milioni di euro l'anno.
Il documento si iscrive nel seminario sulla strategia
marittima europea, organizzato oggi sulla portaerei Cavour
attraccata al porto di Civitavecchia, seminario che ha
inaugurato le iniziative che coinvolgono il Ministero della
Difesa nel semestre di presidenza italiana dell'Unione Europea.
La commissaria alla pesca e alla attività marittima, Maria
Damanaki, nel presentare il documento a Bruxelles, ha tenuto a
sottolineare che "una crescita economica sostenibile nel settore
marittimo non può essere garantita senza la sorveglianza e la
sicurezza dei nostri mari e dei nostri oceani".
La raccolta delle informazioni per la sorveglianza marittima
da parte del Cise, permetterebbe quindi a tutte le autorità
interessate di disporre di un quadro completo delle attività in
mare. Per Damanaki, la condivisione di queste informazioni non
solo eviterebbe doppioni nella raccolta dei dati, ma anche
l'utilizzo di navi, aerei, elicotteri, o satelliti di
sorveglianza nelle stesse zone marittime. Senza contare "che
oggi tra il 40 e l'80% delle informazioni non sono condivise tra
gli utilizzatori interessati. Non possiamo permetterci - dice
con forza - un tale spreco di sforzi e di fondi".
L'obiettivo della comunicazione di Bruxelles, che sarà
trasmessa al Consiglio e al Parlamento europeo, é di fare il
punto sulla situazione attuale e identificare, sulla base di
quanto già realizzato, i settori nei quali altre azioni
potrebbero essere integrate.
A breve, la Commissione Ue prevede di lanciare un progetto,
nell'ambito del settimo programma quadro europeo di ricerca, per
testare il Cise marittimo su ampia scala, accompagnato da un
manuale sulle migliori pratiche da seguire.(ANSA).
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Sicurezza mari:Ue, unire forze e informazioni in tempo reale
Per salvare vite umane,lottare contro criminalità e inquinamento