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Agricoltura: nasce filiera cuore "verde luppolo" Umbria

Con nuovo gruppo imprenditoriale puto sempre più avanzato

Redazione Ansa

(ANSA) - PERUGIA, 19 LUG - L'inserimento del luppolo tra le filiere strategiche dell'Umbria e la nascita di un nuovo gruppo imprenditoriale umbro, collocano la regione sempre più come punto più avanzato nella nascente filiera del luppolo italiano.

Umbria, insomma, come cuore "verde luppolo".

L'annuncio è stato dato a Perugia durante una conferenza stampa, nella quale è stato evidenziato questo "passo in avanti decisivo".

Dall'unione di Luppolo Made in Italy, il primo progetto in Italia che ha sperimentato con successo questa nuova coltura, insieme al Gruppo cooperativo Agricooper e alla Deltafina srl è nata una nuova associazione di imprese "che ha le competenze, la capacità di aggregazione e di organizzazione dei produttori, la forza economica e di investimento, la visione strategica e di innovazione per portare il luppolo italiano alla conquista del mercato globale", come ha spiegato Stefano Fancelli, presidente della Rete Luppolo Made in Italy e dell'omonima società, Luppolo made in Italy Srl, che svolgerà il compito di capofila dell'associazione.

A livello italiano - è stato spiegato - è l'unico progetto davvero ambizioso, visti i grandi partner e un lavoro di sperimentazione che va avanti da alcuni anni e che ha portato ormai ad una filiera strutturata in tutti i minimi particolari.

La coltivazione professionale del luppolo in Umbria, infatti, interessa già oggi 3,5 ettari sperimentali, i quali hanno dato risultati importanti in termini di qualità del prodotto, come evidenziato dalle analisi condotte in collaborazione con il Cerb dell'Università di Perugia.

Il progetto ha permesso di sperimentare concretamente la coltura in nove impianti disseminati in Alto Tevere, nella zona del lago Trasimeno e nella Valle Umbra. Già nel prossimo anno è previsto l'avvio di nuovi luppoleti, che andranno ad aumentare la capacità produttiva per far fronte ad una domanda sempre crescente per soddisfare il mercato dei birrifici artigianali e degli appassionati homebrewer. Obiettivo, come è stato evidenziato in conferenza, è quello di arrivare in Umbria dagli attuali 3,5 a 150 ettari in tre anni, considerando che la capacità produttiva nazionale è ancora ferma a circa 55 ettari.

"Siamo passati - ha aggiunto Fancelli - dalla fase pionieristica a quella strutturata, con pazienza e tenacia abbiamo costruito qualcosa di solido. Ed ora la Misura 16.4.1 del Psr è un punto di svolta per lanciare il cuore oltre l'ostacolo".

La nuova realtà imprenditoriale è supportata, infatti, anche dall'assessorato alle politiche agricole della Regione Umbria che, come annuncia lo stesso assessore Roberto Morroni, ha in programma di inserire la nascente filiera del luppolo tra quelle strategiche dell'Umbria - dopo aver ragionato sulla nascita di quella del tartufo, avere lanciato recentemente quella dell'olivicoltura e aver completato pure quelle del latte e del nocciolo - così da usufruire al meglio della Misura 16.4.1 del Psr (Piano di sviluppo rurale) sulle filiere corte, sotto ogni punto di vista.

"Nella politica che l'assessorato sta portando avanti - afferma Morroni - c'è una attenzione molto marcata nei riguardi delle filiere ed in questa ottica attenzione particolare la stiamo rivolgendo anche a quella del luppolo in quanto può costituire una opportunità preziosa per consentire alla nostra regione di svolgere un ruolo di avanguardia a livello nazionale".

Nel corso della presentazione del progetto sono poi intervenuti anche Giorgio Marchetti di Deltafina srl, Roberto Volpi, direttore tecnico per il Gruppo Cooperativo Agricooper, e il presidente della Cia Umbria, Matteo Bartolini. (ANSA).

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