(ANSA) - PERUGIA, 29 OTT - Una nuova pagina del Made in Italy
e dell'agricoltura di qualità viene scritta in Umbria, con la
nascita della filiera italiana del luppolo e la crescita quindi,
soprattutto, del settore dei birrifici artigianali. Così è stato
presentato il convegno "Luppolo made in Italy: la Filiera del
Luppolo italiano" che si è svolto oggi in modalità streaming con
la partecipazione, tra gli altri, del sottosegretario del Mipaaf
Giuseppe L'Abbate, del sottosegretario del Mise Gian Paolo
Manzella, dell'assessore regionale all'agricoltura Roberto
Morroni, di Michele Cason, presidente di Assobirra, di Andrea
Soncini di UnionBirrai e di Teo Musso, presidente del Consorzio
Birra italiana.
Ad organizzare il momento di confronto, anche per presentare
il progetto dopo due anni di sperimentazione in campo e tre anni
di attività, la Rete di imprese "Luppolo Made in Italy" (al
momento sono 12) con sede a Città di Castello e presieduta da
Stefano Fancelli. Occupare in Italia, a regime, dal 3,5 all'8%
del mercato globale, con 5 mila ettari coltivati e oltre 300
milioni di euro di valore: questo l'obiettivo della filiera "per
arrivare a coltivare luppolo italiano per una birra totalmente
italiana o luppolo italiano per chi vorrà dare italianità alle
sue birre" come ha spiegato Fancelli.
Filiera quindi con il cuore in Umbria, e in particolare
nell'Altotevere anche per legame con la coltura tabacco con le
sue affinità nel post raccolta grazie a macchinari comuni. "Un
territorio ideale - è stato detto - per costruire un grande
distretto di produzione biologica di luppolo e una filiera
moderna, competitiva e di grande qualità".
L'Umbria quindi si candida a rappresentare un punto di
riferimento a livello nazionale, in termini di ricerca,
produzione, trasformazione e commercializzazione del luppolo,
con la Rete e filiera sostenute dalla Regione, grazie al Piano
di sviluppo rurale, come ha ricordato Morroni. "Parliamo - ha
detto - di un prodotto agricolo dal valore aggiunto elevato e in
Umbria ci sono le fondamenta necessarie per gli sviluppi di
questa filiera e dobbiamo abbracciare con convinzione questa
prospettiva".
Vede con questa filiera "enormi potenzialità" e "alte
opportunità" per il settore agricolo il sottosegretario L'Abbate
che ha poi ricordato l'istituzione di un tavolo ministeriale e
"l'importanza strategica" della filiera anche per territori
marginali e riconversioni.
A dare solidità scientifica al progetto - è stato infine
spiegato - ci sono sia il Cerb (Centro di eccellenza di ricerca
sulla birra) dell'Università di Perugia, che coordina quindi le
attività di ricerca e innovazione, sia il Cnr Ibbr, un istituto
specializzato nella genetica che è riuscito a recuperare solo
nel territorio umbro ben 40 ecotipi di luppolo autoctoni. Su
queste basi 'Luppolo Made in Italy' sta lavorando per la
creazione di nuove varietà a base genetica italiana per un
prodotto di eccellenza e di altissima qualità. Un progetto di
ricerca, hanno spiegato i referenti, "in cui è centrale il tema
dell'innovazione e della sostenibilità economica, sociale e
ambientale". (ANSA).
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Agricoltura: nasce da Umbria filiera italiana del luppolo
Per la crescita dei birrifici artigianali