(ANSA-XINHUA) - ROMA, 21 LUG - Mentre l'Italia cerca di
sostenere il suo settore agricolo e il marchio "Made in Italy"
che contraddistingue gli alimenti di alta qualità, gli analisti
affermano che il mercato cinese svolgerà un ruolo importante
nella ripresa.
Il mercato cinese dei prodotti alimentari di qualità italiani
offre enormi potenzialità di espansione, ma l'Italia, dicono gli
esperti, dovrà avvalersi di innovazione tecnologica e dovrà
inoltre puntare in Cina sul marchio nazionale, il Made in Italy,
appunto, piuttosto che sui marchi regionali, che in Cina non
sono conosciuti.
All'inizio di questo mese, funzionari governativi e
rappresentanti del settore privato hanno tenuto un incontro
speciale, principalmente con una partecipazione online,
concentrandosi sull'aggiornamento e la modernizzazione del
marchio "Made in Italy", da realizzare attraverso la promozione
di prodotti e l'innovazione, ad esempio con l'uso della
tecnologia blockchain come modo per garantirne autenticità e
freschezza.
Il 6 luglio, nell'ambito del suo decreto per il rilancio il
governo italiano ha stanziato 1,15 miliardi di euro (1,31
miliardi di dollari) per sostenere gli agricoltori. Ma la
società di consulenza Nomisma in un recente rapporto ha
sostenuto che potrebbero essere necessarie più risorse per
aiutare l'Italia a recuperare dai danni economici causati dal
lockdown per il coronavirus.
Gli analisti dicono che il settore delle esportazioni
rappresenta una parte fondamentale per la ripresa, e un ruolo
chiave è quello del commercio in Cina.
"Il marchio 'Made in Italy' è già molto noto e apprezzato",
ha spiegato Giorgia Palazzo, partner di Expense Reduction
Analysts che si concentra in parte sulle questioni relative alle
esportazioni. "Ma il marchio deve essere modernizzato,
pubblicizzato, più mirato"
Palazzo ha spiegato che le esportazioni in Cina di cibi
italiani di fascia alta, fra cui vino, formaggi e salumi è
costantemente aumentata durante l'anno scorso. La tendenza
finora nel 2020 è cambiata, principalmente a causa del
rallentamento dell'economia mondiale dovuto alla pandemia di
coronavirus.
Palazzo ha affermato che gli esportatori italiani di prodotti
agricoli dovrebbero compiere passi specifici per garantire che
quando la crescita economica globale sarà riavviata le
esportazioni del "Made in Italy" in Cina e in altri Paesi
riprendano da dove erano state interrotte.
"Esistono nuovi modi per innovare, come la blockchain, e
metodi tradizionali, come la partecipazione a fiere", ha
aggiunto Palazzo. "I consumatori cinesi stanno spendendo di più
per prodotti di alta qualità. L'Italia deve farsi trovare
pronta".
Secondo Denis Pantini, responsabile dell'area relativa ad
agricoltura e industria alimentare di Nomisma, ha senso che le
esportazioni alimentari "Made in Italy" in Cina siano una
priorità.
"Tutti i mercati di esportazione sono importanti, ma nel caso
della Cina c'è molto spazio per crescere", ha detto Pantini.
"Prima della pandemia, le importazioni di vino italiano erano
solo circa il 6% del mercato d'importazione cinese; i prodotti
alimentari italiani erano solo il 2% circa. Questo dimostra
quanto potenziale ci sia".
Pantini ha affermato che l'Italia dovrebbe lavorare per
promuovere i prodotti "Made in Italy" online in Cina facendo
affidamento su quel marchio invece che sugli equivalenti
regionali.
"In molti mercati internazionali, i consumatori non sanno
cosa significa quando un prodotto proviene da una regione
specifica del Paese", ha detto. "Ma sanno cosa significa quando
qualcosa viene prodotto in Italia". (ANSA-XINHUA).
Leggi l'articolo completo su ANSA.it
Il marchio 'Made in Italy' prepara il suo rilancio in Cina
Export cibo qualità si basi su marchio nazionale, non regionale