(ANSA) - BRUXELLES, 15 NOV - Dal rosso del vino prodotto al
rosa di una gestione tutta al femminile. Questa la storia di
Maria Concetta Raimondo, titolare di un'azienda agricola a
Larino, in provincia di Campobasso, raccolta dall'Ansa e
raccontata dalla stessa protagonista nell'ambito del progetto
AgriUe.
Per lei, proveniente da una famiglia di agricoltori, la vita
nei campi è stato uno sbocco naturale. "Oggi la mia azienda è
gestita totalmente al femminile", spiega Raimondo, che nella sua
attività è affiancata dalla mamma e dalla nonna, "che a 84 anni
gira ancora nei campi col trattore".
Dopo la prima laurea in Scienza e tecnologie agrarie, per
l'imprenditrice è arrivata la seconda in viticoltura ed
enologia, che oggi le consente di lavorare anche come consulente
enologa. "I vini che produciamo sono prevalentemente
montepulciano e falanghina, due vitigni del territorio", ma
avendo in testa la costruzione di "una piccola cantina in
azienda, abbiamo deciso di convertirci al biologico, con un
occhio anche alle richieste di mercato", continua l'enologa di
Larino.
"Il contributo della Pac (la Politica agricola comune
europea) alla conversione al bio è di fondamentale importanza
perché rappresenta un aiuto alla sostenibilità della mia
impresa", sottolinea Raimondo, che lamenta però anche un ritardo
nei pagamenti da parte dell'Ue. "Probabilmente andrebbe rivista
a livello comunitario la tempistica per l'erogazione del
contributo all'imprenditore", suggerisce l'enologa.
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Europa-Regioni: con Pac dal Molise vino bio tutto 'rosa'
Con aiuto mamma, nonna e Pac Ue sta convertendo i suoi vigneti