(ANSA) - BRUXELLES, 1 OTT - I contributi europei ai programmi
nazionali per l'apicoltura sono "insufficienti" e le misure
previste dai programmi di sviluppo rurale "dipendono da ciascuna
regione europea, non tutte li prevedono". A lanciare il
messaggio all'Europarlamento è Etienne Bruneau, presidente
dell'associazione degli apicoltori valloni, come portavoce del
Forum degli apicoltori che si è tenuto a Bruxelles.
"Il programma per l'apicoltura è indispensabile, agisce a
livello di assistenza tecnica, ma 33 milioni l'anno per tutti i
Paesi Ue non sono sufficienti" spiega Bruneau, sottolineando che
l'apicoltura "vale meno dell'1% rispetto al mercato agricolo, ma
bisogna far conoscere l'enorme impatto dell'impollinazione".
Anche se le colonie in Europa sono aumentate rispetto all'anno
scorso "abbiamo un problema di produttività delle api, quindi i
costi salgono e la sopravvivenza della categoria è a rischio"
afferma Bruneau, ricordando i problemi legati a inquinamento,
parassiti killer come la varroa, virus, pesticidi e agricoltura
intensiva.
L'allerta però non riguarda solo le api da miele, ma anche le
api selvatiche, spesso dimenticate insieme ad altri
impollinatori, come i bombi. "Il 9,2% delle api selvatiche
europee sono minacciate di estinzione", ricorda Luc Bas,
direttore dell'ufficio europeo dell'Unione mondiale della
conservazione della natura (Iucn). "Le api sono essenziali sia
per gli ecosistemi selvatici che per l'agricoltura: il valore
dell'impollinazione delle colture ammonta a 153 miliardi di euro
a livello globale e a 22 miliardi di euro in Europa, ogni anno",
sottolinea Bas. (ANSA)
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Apicoltori europei, fondi Ue insufficienti per settore
Iucn, non dimenticare 9,2% api selvatiche a rischio estinzione