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Formaggi senza latte: Commissione Ue,ricevuta lettera Italia

Roma ha confermato suo 'no' e volontà mantenere norme nazionali

Redazione Ansa

(ANSA) - BRUXELLES, 30 SET - La Commissione europea ha ricevuto la lettera dell'Italia sulla normativa che vieta alle aziende lattiero casearie con sede nel Belpaese di produrre latte e latticini a partire dal latte condensato e in polvere.

"Confermo che la Commissione ha ricevuto la replica dell'Italia, che sarà ora tradotta e analizzata dai servizi competenti" afferma Daniel Rosario, portavoce del commissario europeo all'agricoltura, Phil Hogan.

Il Governo italiano, secondo quanto appreso ieri dall'ANSA, nella sua lettera all'Ue ha confermato il 'no' alla produzione di formaggi senza latte fresco e la volontà di mantenere l'attuale normativa nazionale.

Il Governo ha quindi risposto alla procedura di infrazione avviata da Bruxelles, secondo cui la legge italiana n.38 del 1974 costituisce una misura di effetto equivalente a restrizioni all'importazione, e quindi interferisce con il corretto funzionamento del mercato unico. La Commissione europea ha fatto notare che tutte le eccellenze del made in Italy, come le denominazione d'origine e le indicazioni geografiche protette (Dop, Igp) non sono interessate da un adeguamento della normativa alle regole Ue, poiché sono gia' tutelate dal loro disciplinare di produzione.

Una modifica della normativa interesserebbe quindi solo i prodotti standard la cui composizione e' libera a patto che le norme di commercializzazione e quelle sanitarie vengano rispettate. "Un'adeguata alternativa al divieto di impiegare latte in polvere nella produzione lattiero-casearia potrebbe essere un'etichettatura appropriata dei prodotti" ha inoltre affermato il commissario europeo all'agricoltura, Phil Hogan, rispondendo lo scorso agosto ad un'interrogazione.

"Gli Stati membri - ha scritto Hogan - possono adottare disposizioni che richiedono ulteriori indicazioni obbligatorie per tipi o categorie specifici di alimenti, a condizione che tali indicazioni siano giustificate" da una serie di motivi, fra cui "protezione dei consumatori, prevenzione delle frodi, delle indicazioni di provenienza e delle denominazioni d'origine".

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