(ANSA) - BRUXELLES, 29 GIU - E' in atto un vero e proprio
scontro tra l'industria lattiero casearia e i produttori di
latte in Italia. La prima ha denunciato alla Commissione europea
il diritto a difendere la libera circolazione delle merci nel
mercato unico puntando il dito contro la legge che 41 anni vieta
alle aziende lattiero casearie con sede in Italia di produrre
latte e latticini a partire dal latte condensato e da latte in
polvere. I produttori considerano invece essenziale quella legge
per la sopravvivenza della zootecnia nazionale e per il
mantenimento della qualità dei prodotti.
Per il momento è l'industria - rappresentata da Assolatte
secondo quanto appreso dall'ANSA - a riportare il primo round.
Infatti, è proprio in seguito alla sua denuncia alla Commissione
europea (non confermata in quanto i ricorsi non sono pubblici)
che Bruxelles ha riconosciuto che la legge italiana del 1974 (la
138) costituisce una misura di effetto equivalente a restrizioni
all'importazione, e quindi interferisce con il corretto
funzionamento del mercato unico. Insomma, ha tenuto a
sottolineare all'ANSA Daniel Rosario, portavoce del commissario
europeo all'agricoltura Phil Hogan, ''l'invio all'Italia di una
lettera di messa in mora, prima tappa della procedura
d'infrazione, non ha nulla a che fare con la politica di qualità
dell'Unione ma solo con il buon funzionamento del mercato unico.
Tutti i prodotti italiani tutelati nell'ambito dei regimi di
qualità, come le denominazione d'origine e le indicazioni
geografiche protette (Dop, Igp) non sono interessati in quanto
già tutelati dal loro disciplinare di produzione''. L'uso di
latte in polvere interesserebbe solo i prodotti standard la cui
composizione è libera a patto che le norme di
commercializzazione e quelle sanitarie vengano rispettate.
Nel suo ricorso, l'industria lattiero-casearia - spiegano le
fonti - ha fatto valere che gli altri settori alimentari in
Italia importano e usano già il latte in polvere, e che
l'impossibilità di beneficiare di materie prime meno costose,
causa il divieto, incide sulla competitività del loro comparto.
La palla ora è nel campo dell'Italia che ha tempo fino alla
fine di luglio per rispondere ai rilievi di Bruxelles. Il
ministro per le politiche agricole e alimentari Maurizio Martina
ha già indicato di voler chiedere all'Ue un intervento più
approfondito sull'etichettatura del latte per risponder meglio
alle esigenze dei produttori. Per Coldiretti infatti,
l'eventuale fine del divieto metterebbe "a rischio l'intera
reputazione del Made in Italy, mentre Slow Food incita il
Governo italiano a difendere una legge che ci ha consentito -
dice - di consumare ed esportare prodotti che non hanno uguali
nel mondo".
Tanti interrogativi che potranno esseri posti a Hogan, quanto
domani sarà in visita al Parlamento italiano. (ANSA).
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Latte in polvere, è scontro industria-produttori Italia
Roma deve rispondere entro luglio ai rilievi di Bruxelles