(ANSA) - BRUXELLES, 16 GIU - Prima intesa per i 28 Stati
membri dell'Ue sulla riforma dell'agricoltura biologica. Una
proposta 'prendere o lasciare' alla quale l'Italia ha ceduto,
nella speranza di poter migliorare il testo nel corso dei futuri
negoziati con Europarlamento e Commissione europea.
"Dopo intensi lavori ci siamo messi d'accordo" ha annunciato
il ministro dell'agricoltura lettone, Janis Duklavs, per la
presidenza di turno dell'Ue, dopo aver raggiunto un "delicato
equilibrio". Soddisfatto anche il commissario europeo
all'agricoltura, Phil Hogan, che "spera di completare entro fine
anno" i negoziati con l'Europarlamento. Il dossier infatti è
tutt'altro che chiuso e in una dichiarazione allegata agli atti
della riunione l'Italia chiede alla prossima presidenza
lussemburghese "di moltiplicare gli sforzi, affinché venga
assicurato un alto livello di fiducia nei prodotti bio da parte
dei consumatori e vengano chiarite e rafforzate le procedure in
caso di sostanze non autorizzate". Un nodo controverso, quello
delle sostanze fuorilegge, su cui l'Italia non è riuscita a
costituire una minoranza di blocco contro regole troppo deboli
sulla decertificazione 'bio'.
Una soglia comune per pesticidi e altre sostanze non
autorizzate quindi alla fine nel testo approvato non c'è,
segnando così una vittoria per la Germania e i Paesi nordici. Un
prodotto non sarà più 'bio' solo qualora una eventuale
contaminazione, dopo apposita indagine, sia risultata
'evitabile' o 'deliberata'. Se poi i singoli Paesi hanno una
propria regolamentazione in materia, come l'Italia, la possano
mantenere, ma solo fino al 2021 e senza impedire la circolazione
sul proprio territorio di prodotti con il marchio 'bio' di altri
Paesi Ue che una soglia non ce l'hanno. Per l'Italia il
compromesso di oggi non rappresenta "nulla di nuovo rispetto
alla prassi minima già attuata in alcuni Stati membri" e inoltre
"la stessa possibilità di mantenere provvisoriamente le proprie
norme sui limiti residui, diventa inutile e dannosa, rischia di
penalizzare i nostri produttori, esponendoli ad una forma di
concorrenza sleale" ha detto il sottosegretario all'agricoltura,
Giuseppe Castiglione. Secondo il testo approvato, tocchera' alla
Commissione europea stendere un rapporto sui casi 'fuorilegge'
rilevati nell'Ue ed eventualmente presentare una nuova proposta
legislativa in materia, entro il 2021.
Quanto alla frequenza dei controlli, in principio sarebbero
annuali, ma sulla base di una valutazione di 'basso rischio',
per alcuni operatori potrebbero avvenire tramite documenti
cartacei ogni 12 mesi e solo ogni tre anni 'in situ'. I Paesi
terzi che esportano prodotti 'bio' nell'Ue devono adeguarsi agli
stessi standard , tranne quanto già previsto dal principio di
'equivalenza' in accordi esistenti o negoziati in corso, sempre
poi tenendo conto degli 'standard regionali'. (ANSA)
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Riforma bio, prima intesa Ue ma Italia chiede modifiche
Spera in prossimi negoziati con Europarlamento e Commissione