(ANSA) - BRUXELLES - E' allarme in Europa per i focolai di
influenza aviaria scoppiati da alcuni giorni in Olanda e in Gran
Bretagna, e due settimane fa in Germania, causa
il diffondersi - per la prima volta nell'Ue - del virus
altamente patogeno H5N8, in precedenza conosciuto solo in Cina,
Giappone e Corea. Una specie di cigni selvatici - che lasciano
l'estremo nord per svernare soprattutto nei Paesi del centro
Europa - potrebbero essere portatori del virus senza mostrarne i
segni. Questo fa dire a esperti Ue che "non si possono escludere
altri focolai più a sud, in Francia, Spagna e Italia".
Bruxelles ha quindi raccomandato a tutti gli Stati membri di
applicare misure di biosicurezza, rafforzando i controlli negli
allevamenti e mantenendo il più possibile al chiuso i volatili.
La Commissione europea tiene quindi alta la guardia e per
quanto riguarda l'Italia, Enrico Brivio, portavoce del
commissario alla salute Vytenis AndriuKaitis, assicura che
"Bruxelles é in contatto con le autorità sanitarie italiane,
come con quelle di tutti gli altri Stati membri, e al momento
non risulta per l'Italia nessun elemento specifico di
preoccupazione". Bisognerà però attendere giovedì - aggiunge -
"quanto si riuniranno a Bruxelles i capi veterinari dell'Ue, per
avere un quadro più completo sull'evoluzione della malattia".
La prudenza é d'obbligo. Gli operatori del settore e tutta la
filiera, non dimenticano che per la stessa causa nel 2003 solo
gli olandesi dovettero abbattere 25 milioni di volatili e più
recentemente in Italia, per contrastare il virus che aveva
colpito l'Emilia Romagna e parte di Veneto e Lombardia,
dovettero scendere in campo - a fianco di allevatori e servizi
sanitari - l'esercito, la protezione civile e numerosi volontari
senza contare le enormi perdite economiche subite dal settore.
La Commissione intanto ha adottato misure di salvaguardia
urgenti che introducono severe restrizioni veterinarie per il
focolaio in Olanda e quello nel Regno Unito, dove sono già state
abbattute rispettivamente 150mila galline ovaiole e 6mila
anatre, e anche in Germania, dove sono stati eliminati 31mila
tacchini. Le misure europee vanno dall'abbattimento del pollame
nell'azienda colpita e nelle zone soggette a restrizioni
all'istituzione di zone di protezione e di sorveglianza,
dall'introduzione di misure sanitarie (pulizia e disinfezione)
al divieto di vendere pollame vivo, uova, carne di pollame e
altri prodotti avicoli ad altri Stati membri e ai Paesi terzi.
L'Olanda, che concentra i maggiori allevamenti di pollame
dell'Ue (produce 10 miliardi di uova l'anno), ha deciso di
prendere misure più radicali che per il presidente del sindacato
degli allevatori, citato dal quotidiano Financieele Dagblad,
potrebbero provocare perdite globali per 100 milioni di euro.
Al momento, spiegano esperti Ue all'ANSA, non si registrano
casi di mortalità negli allevamenti. Il rischio di trasmissione
del virus all'uomo, ''è basso, se si seguono tutti i protocolli
di igiene europei, ma chi é in contatto diretto con il pollame
malato, come allevatori e veterinari, devo usare opportuni
dispositivi di protezione individuale". (ANSA).
Leggi l'articolo completo su ANSA.it
Aviaria:virus in Olanda,Gb,Germania, Ue teme altri focolai
Commissione vara misure salvaguardia,cigni selvatici forse causa