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Tzitzikostas, usare i fondi di coesione per i rifugiati ucraini

Ferreira, tre ipotesi per fondi su crisi rifugiati

Tzitzikostas, Regioni Ue pronte ad aiuti sul campo in Ucraina

Redazione Ansa

MARSIGLIA - Il Comitato Europeo delle Regioni ritiene che la crisi ucraina, soprattutto per quel che riguarda la gestione dei rifugiati, vada affrontata utilizzando innanzitutto i fondi di Coesione. "Serviranno sia per creare un futuro europeo forte con 27 paesi membri forti e saranno anche un metodo unico di collaborazione. E' normale usarli per le emergenze, non saremmo stati così forti ed efficaci nell'affrontare la pandemia se non avessimo usato il fondo di coesione", ha spiegato il presidente del Comitato Europeo delle Regioni Apostolos Tzitzikostas in un incontro con la stampa nell'ambito del Summit delle regioni e delle città a Marsiglia.

"Il Fondo di Coesione deve diventare la bussola" perché solo coinvolgendo le città e i territori "saremo in grado di portare risultati". "Crediamo che il comitato delle regioni debba avere un ruolo vincolante, con una chiara dimensione territoriale" consentendo di "evitare ulteriori complessità nell'Ue". il presidente del Comitato Europeo delle Regioni ha poi risposto in maniera affermativa rispetto all'idea di chiedere un aumento degli stanziamenti per i fondi di coesione. "Sì - ha detto -. Ma prima dobbiamo vedere come i fondi esistenti stanno per essere assegnati.

Ciò che è più importante a mio parere oggi è far in modo che questi fondi che già esistono vadano nei posti giusti, per le giuste ragioni. Che rispondano alle reali esigenze delle persone". E questo obiettivo "non può essere raggiunto a meno che le regioni e le città siano direttamente coinvolti nella gestione dei fondi" "Prima vediamo se i fondi esistenti vanno dove sono necessari e poi avremo una discussione se abbiamo bisogno di più fondi. L'Ue sta mostrando un sacco di solidarietà all'Ucraina, fornirà 500 milioni di sostegno militare 500 milioni", ha anche ricordato. "Abbiamo solo bisogno di essere sicuri di non avere un processo di decisione e allocazione centralizzato, perché il timore è che alla fine questi fondi di coesione egli altri fondi europei non arriveranno a queste persone".

Tre le ipotesi all'esame della Commissione europea per lo stanziamento dei fondi per la crisi dei rifugiati ucraini. Lo ha detto la commissaria per la Coesione Elisa Ferreira spiegando che la decisione sarà presa dal collegio la prossima settimana. La prima ipotesi, ha spiegato in conferenza stampa nell'ambito del Summit delle Regioni a Marsiglia, è utilizzare lo strumento ReAct già operativo. "In molti Paesi non è esaurito - ha detto - e quindi si potrebbe consentire l'uso dei fondi all'interno di questo strumento". Per questo utilizzo "probabilmente non abbiamo bisogno di cambiare la legislazione", ha anche sottolineato.

Per le altre due ipotesi sul tavolo, invece, servirà un cambio dell'assetto legislativo, da approvare anche dal Parlamento europeo e dal Consiglio europeo "spero presto". Si potrebbe "estendere la struttura del Crii", l'iniziativa di investimento in risposta al coronavirus, ha spiegato Ferreira. "Ciò che non è stato già speso o completamente impegnato in progetti" potrebbe venir riprogrammato "per affrontare la crisi dell'Ucraina": "si estenderebbe per un anno in più - ha detto - e questo dovrebbe dare un margine di manovra a comuni, regioni o stati membri".

L'altra alternativa, ha spiegato infine la commissaria, riguarda la possibilità di un "adattamento" del quadro finanziario pluriennale 2014-2020: "Dobbiamo aspettare fino alla prossima settimana per vederne i dettagli e in relazione a questi due strumenti dovremo aspettare anche per l'approvazione, spero presto, del Parlamento europeo e del consiglio".

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