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Bei, con la crisi rischio calo di investimenti nelle regioni Ue

'Quelle ricche più resilienti. Servono aiuti mirati dei governi'

Bei, con la crisi rischio calo di investimenti nelle regioni Ue

Redazione Ansa

BRUXELLES - Prima il Covid e poi la guerra in Ucraina mettono al rischio la coesione delle regioni europee, quindi serviranno aiuti mirati dei governi per aiutare le regioni più povere a non rimanere indietro. E' quanto emerge dal rapporto sulla coesione regionale della Banca europea per gli investimenti (Bei). La pandemia ha avuto un forte impatto sugli investimenti in tutte le regioni, in particolare quelle più povere.

Le aziende delle regioni più ricche si sono adattate più velocemente delle altre. Se si guarda alla digitalizzazione, per esempio, il 47% delle aziende nelle regioni avanzate hanno accelerato gli investimenti contro il 41% di quelle nelle regioni della transizione e il 38% di quelle nelle regioni povere. Queste ultime sono state anche le più lente a sviluppare nuovi prodotti. Il calo di investimenti è stato evidente, spiega la Bei, anche nella transizione verde.

Il sostegno economico dei governi non è poi stato uguale in tutte le aree. Le aziende nelle regioni in transizione sono state le meno beneficiate dai sussidi (28%) mentre quelle delle aree più povere hanno avuto maggior accesso agli aiuti (40%) "La crisi del COVID-19 ha messo a dura prova la resilienza delle imprese in tutta Europa, ma ancor di più nelle regioni sottosviluppate. In generale, le aziende si sono dimostrate più resilienti del previsto e si sono adattate alle nuove circostanze.

Tuttavia, le vulnerabilità preesistenti sono rimaste un freno alla resilienza", ha detto Debora Revoltella, capo economista della Bei. Nella crisi attuale, "un mirato sostegno pubblico in tutte le regioni sarà fondamentale per mitigare l'impatto negativo immediato della guerra", ha concluso.

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