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Marc Lemaître e Nicola De Michelis al Parlamento europeo

Dibattito sul lancio della nuova politica di coesione 2021-2027

Marc Lemaître e Nicola De Michelis oggi al Parlamento europeo

Redazione Ansa

BRUXELLES - La commissione regioni del Parlamento europeo ha tenuto uno scambio di opinioni con Marc Lemaître, direttore generale della DG Regio della Commissione europea, e Nicola De Michelis, direttore presso l'unità responsabile di crescita intelligente e sostenibile.

Nel corso della riunione della commissione REGI, lo scambio di opinioni ha riguardato il lancio della nuova politica di coesione 2021-2027 e lo stato dei lavori sugli accordi di partenariato, nonché il principio "non fare danni significativi" nella politica di coesione 2021-2027.

Nella nuova programmazione dei fondi strutturali europei, “le regioni e gli stati devono chiedersi se ogni azione è in linea con il principio” di "non arrecare danni significativi” all’ambiente, ha detto De Michelis.

All’indomani della chiusura della conferenza per il clima delle Nazioni Unite a Glasgow, De Michelis ha ricordato che “possono essere finanziate le azioni se c'è questo rispetto” altrimenti “devono essere escluse”, aggiungendo che “ci deve essere della documentazione che ci permette anche di controllare” questa compatibilità, e che la Commissione Ue chiederà “ulteriore documentazione se necessario” e non adotterà i programmi "se avremo l'impressione e le prove che c'è un rischio di danno per l'ambiente”.

“Ovviamente tutto questo non si ferma a livello di programmazione - ha osservato - dobbiamo essere certi che questo principio sia sempre rispettato”, ricordando che "alla lotta al cambiamento climatico è riservato il 30% dei fondi europei, la più alta percentuale di sempre per il bilancio dell'Ue".

Secondo Lemaître, “del periodo di programmazione 2014-2020, incluso React Eu, a fine ottobre restavano da sborsare ben 150 miliardi di euro, e i paesi membri hanno ancora due anni” per ottenerli. “La politica per la Coesione sta andando a tutta velocità” e continuerà a farlo “per i prossimi due anni”. “Questo consentirà ai paesi membri una piena attuazione” e alla Coesione di rimanere “un pilastro essenziale della ripresa dell'economia europea”. Lemaître ha fatto l’esempio della lepre e delle tartaruga e detto che dal periodo precedente “abbiamo imparato qualche lezione” tra cui quella “di mettersi in moto il prima possibile”. Lemaître ha detto di aspettarsi circa 390 programmi per il nuovo periodo in totale, il 20% dei quali saranno presentati in bozza prima della fine dell’anno nella migliore delle ipotesi. Infine, ha sottolineato che una preoccupazione è rappresentata dal Fondo di transizione equa: “uno strumento nuovo” e per cui “l'orologio ticchetta molto più rapido” dal momento che la scadenza è il 2026. “Dovremmo dimostrare entro il 2024 che il fondo sta funzionando, e per ora chiaramente non ci siamo”, ha detto Lemaître invitando gli eurodeputati a recarsi nei loro paesi di origine il più spesso possibile per accelerare la programmazione.

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