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Corte dei Conti Ue, molti errori nella gestione dei fondi

Italia tra Stati con più basso tasso di assorbimento nel 2020

Redazione Ansa

BRUXELLES - "La spesa dell'Ue continua ad essere inficiata da errori". Lo scrive la Corte dei Conti Ue nella sua relazione annuale sul bilancio dell'Unione.

I revisori, che hanno condotto un audit sull'ultimo anno del periodo di programmazione compreso tra il 2014 e il 2020, hanno espresso un "giudizio negativo sui pagamenti per il secondo anno di seguito, mentre non hanno riscontrato errori nelle entrate". Il livello complessivo delle irregolarità nelle spese dell'Ue è infatti rimasto stabile al 2,7% come nel 2019. Inoltre, i revisori hanno ritenuto il 59% della spesa controllata per il 2020 'ad alto rischio' (in aumento rispetto al 53% del 2019).

Secondo la Corte, le norme e i criteri di ammissibilità che disciplinano questo tipo di spese sono spesso complessi, aumentando la probabilità di errori. Alcuni errori sono legati ai subappalti, in particolare nel caso delle Pmi "che sono fortemente incoraggiate a partecipare a programmi di ricerca ma dispongono verosimilmente di un organico proprio esiguo, se non nullo, e ricorrono ai servizi di altre imprese", si legge nel report. In generale, l'errore più comune riscontrato dalla Corte consiste in una spesa non ammissibile, nonché la violazioni delle norme disciplinanti e la mancanza di documenti che giustificassero i pagamenti.

Alla luce della risposta alla pandemia, che ha comportato lo stanziamento combinato 1,8 miliardi di euro, la Corte evidenzia il rischio di ritardi nell'avvio dell'esecuzione dei fondi e ricorda che l'assorbimento delle risorse continua ad essere più lento del previsto. Fra gli Stati membri in cui il tasso di assorbimento è stato il più basso, al 45% c'è anche l'Italia.

"In vista delle grandi sfide che abbiamo davanti, dobbiamo vigilare ancor di più sulla solidità finanziaria dell'Ue", ha detto il presidente della Corte, Klaus-Heiner Lehne.

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