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Regioni Mezzogiorno tra peggiori Ue per politiche sociali

Commissione lancia nuovo indice del progresso sociale

Regioni Mezzogiorno tra peggiori Ue per politiche sociali

Redazione Ansa

BRUXELLES - Le Regioni italiane, in particolare il Sud, sono fra le ultime in Europa per le politiche sociali, seguite soltanto da alcune Regioni dell'Est Europa. È quanto emerge dal nuovo 'indice di progresso sociale dell'Ue', lanciato oggi da Bruxelles sulla piattaforma Eu Spi, che misura la qualità della vita e il progresso sociale a livello regionale andando oltre il Pil. In Italia, la Sicilia è maglia nera per l'adozione di politiche sociali, con un indice di 54,37, preceduta da Calabria (54,68) e Puglia (54,97). In testa la Provincia Autonoma di Trento con 66.48, Emilia-Romagna (63,80) e il Friuli-Venezia Giulia (63,38). L'indice utilizza 12 componenti e 45 indicatori sociali e ambientali comparabili, ma esclude intenzionalmente gli aspetti economici.

La commissaria alla Coesione Elisa Ferreira spiega che questo potrà aiutare Stati membri e Regioni a sviluppare politiche migliori e identificare priorità d'investimento per "soddisfare i bisogni umani fondamentali" e "garantire condizioni di vita al massimo delle loro potenzialità". A livello europeo, l'indice rivela che le disparità sociali variano ancora notevolmente: i paesi nordici mostrano buoni progressi, mentre il sud-est Europa è ancora in ritardo. In cima alla classifica, ci sono infatti Övre Norrland (Svezia), Helsinki-Uusimaa (Finlandia) e Mellersta Norrland (Svezia). In fondo, Severozapaden (in Bulgaria), Sud-Est e Sud-Muntenia (entrambe in Romania). Nel complesso, la maggior parte delle Regioni europee soddisfano le necessità base, come l'alimentazione, le cure mediche di base, l'acqua, i servizi igienico-sanitari, un alloggio e la sicurezza personale. Grandi invece le differenze legate agli indicatori di opportunità, ovvero diritti personali, tolleranza, inclusione, accesso all'istruzione avanzata e all'apprendimento permanente.

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