La tua Europa

A Vicenza le concerie diventano 'green' grazie a fondi Ue

Gruppo aziende studia alternativa al cromo per lavorare le pelli

Redazione Ansa

BRUXELLES - Dall'abbigliamento alle calzature, fino ai rivestimenti dei sedili delle auto, oltre l'80% delle pelli al mondo sono conciate al cromo, una sostanza che nel tempo può trasformarsi in cromo esavalente, noto agente cancerogeno. Un gruppo di aziende nella provincia di Vicenza sta mettendo a punto un processo industriale sostenibile per ridurre l'impatto ambientale della lavorazione delle pelli, con il contributo del programma europeo Life. Massimiliano Silvestri, quality system manager della conceria Pasubio, ha presentato i primi risultati della sperimentazione a un seminario europeo organizzato a Vilnius (Lituania) sull'impatto dei prodotti chimici nella quotidianità, un evento a cui hanno partecipato una trentina di progetti finanziati da fondi Ue.

"La prima parte del progetto è stata quella di trovare una molecola alternativa al cromo, e l'obiettivo è stato raggiunto con un certo successo", ha spiegato all'ANSA Silvestri, aggiungendo che è stato definito un procedimento sostenibile per la lavorazione delle pelli per il settore automobilistico. Nella fase successiva, il gruppo si concentrerà sui processi produttivi degli altri articoli di pelletteria. Il consorzio del progetto Life Goast, acronimo di 'Green Organic Agents for Sustainable Tanneries' (Agenti biologici per Concerie Sostenibili) ha riunito l'Università Ca' Foscari di Venezia, la Conceria Pasubio, la GSC, società che specializzata in prodotti chimici concianti e la Medio Chiampo, azienda che si occupa del trattamento delle acque reflue. L'ambizione è di rivedere tutta la catena, dalla conceria allo smaltimento dei rifiuti industriali.

"Faremo una valutazione dell'impatto ambientale, abbiamo fissato alcuni target di riduzione degli inquinanti - ha precisato Silvestri- poi faremo una valutazione economica sull'impatto di questo nuovo processo che dovrà essere conveniente anche per quanto riguarda lo smaltimento delle acque e dei rifiuti, e analizzeremo l'impatto sul nostro indotto". Partito nel 2017 con il contributo di 1,3 milioni di euro dal programma europeo Life, il consorzio del vicentino pensa ora di allargare la collaborazione ad altri distretti della pelle in Toscana e Campania. Con circa 18.000 addetti e un fatturato annuo di circa 5 miliardi, l'industria italiana è leader a livello mondiale nel settore conciario. Il 65% delle pelli attualmente in circolazione in Europa sono made in Italy, secondo Silvestri il nuovo processo industriale potrebbe essere facilmente esportabile.

Leggi l'articolo completo su ANSA.it