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Dall’incidente della Costa Concordia a oggi, l’aumento dei traffici richiede più sicurezza

Dall’incidente della Costa Concordia a oggi, l’aumento dei traffici richiede più sicurezza

Redazione Ansa

L’area marina che interessa il progetto corrisponde dunque al Santuario Pelagos, la principale area protetta del Mediterraneo, caratterizzata da un importante patrimonio naturale e sottoposta oggi a forti pressioni antropiche, con la presenza di grandi realtà portuali e di conseguenza grandi traffici marittimi che purtroppo hanno fatto registrare negli anni alcuni incidenti rilevanti: a partire dal naufragio all’isola del Giglio della Costa Concordia, nel gennaio del 2012, passando per l’incidente dell’Eurocargo Venezia, che in navigazione al largo di Gorgona perse in mare 198 fusti tossici (recuperati poi quasi interamente a spese dell’armatore), e più recentemente, nell’ottobre del 2018, dalla collisione al largo di Capo Corso tra la motonave Ulisse e la nave portacontainer Cls Virginia, che ha provocato un vasto sversamento in mare di carburante.

Con Sicomar plus, al centro c'è la sfida comune della sicurezza della navigazione e della qualità dell’ambiente marino dell’area, che è fortemente minacciato specie negli ultimi anni dall'aumento del traffico merci, soprattutto di quelle pericolose, e di passeggeri che attraversano il Mediterraneo settentrionale per lavoro e per turismo nautico o crocieristico.

"Noi vogliamo mettere sotto osservazione questo mare - ha sottolineato il governatore della Regione Toscana Enrico Rossi - e monitorarlo attraverso un sistema radar. Avvertire, poter prevenire e quindi fare in modo che questo mare sia davvero ambientalmente tutelato, per le popolazioni che ci vivono, ma anche per la flora e per la fauna del nostro mare così bello. E per questo abbiamo utilizzato dei fondi europei".

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