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Cittadini a difesa della democrazia, per un uso trasparente dei fondi europei

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Redazione Ansa

Il coinvolgimento della società civile come ingrediente indispensabili per assicurare un uso trasparente delle risorse pubbliche e difendere la democrazia in Europa. È la ricetta dei ‘Patti d’integrità’, un’iniziativa pilota nata nel 2015 dalla collaborazione fra la Commissione Ue e Transparency international, che vuole rendere i cittadini non solo semplici beneficiari delle opere realizzate attraverso i fondi europei, ma attori fondamentali nel controllo della qualità delle procedure.

Fulcro attorno al quale ruotano i Patti d’integrità sono gli appalti pubblici, che nell’Unione veicolano la spesa di circa il 19% del Pil e il 48% dei fondi strutturali. Come riporta la settima relazione sulla coesione, “la percezione della corruzione rimane diffusa in diversi Stati membri dell'Ue e questo intacca la fiducia nei governi e nelle loro politiche. In molte regioni dell'Ue gli appalti pubblici sono esposti al rischio di corruzione e all'assenza di concorrenza nei contratti, come già avvenuto in diversi casi in cui l'appalto è stato assegnato all'unico offerente”. In particolare, fra il 2013 e il 2015, le gare con un solo offerente hanno superato il 40% in numerose regioni di Grecia, Polonia, Slovacchia e Italia.

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