Emilia Romagna

Il padre di Saman, zio e cugini dovevano picchiare il fidanzato

'Ma solo per spaventarlo, non fargli troppo male'

Redazione Ansa

(ANSA) - BOLOGNA, 11 MAG - Su quanto successo la sera del 30 aprile 2021, Shabbar Abbas, nelle dichiarazioni spontanee rese nelle scorse settimane davanti agli inquirenti reggiani, ha spiegato di essersi sentito al telefono con il fratello Danish Hasnain, con l'idea che arrivasse il fidanzato di Saman, Saqib, a prendere la ragazza.
    Il piano era quello di dare una lezione al giovane: a Danish "ho detto di non picchiarlo così forte da far venire un'ambulanza, ma di picchiarlo per spaventarlo". E Danish gli avrebbe confermato che se ne sarebbe occupato insieme ai cugini, Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq.
    Shabbar quindi uscì di casa con Saman e la moglie Nazia Shaheen, poi andò avanti solo la moglie con la figlia, perché la 18enne non avrebbe voluto che il padre vedesse chi la veniva a prendere, ha detto. Poi Shabbar ha spiegato di non aver più visto né sentito nulla e di aver saputo della morte della figlia solo quando era già in Pakistan, partito il primo maggio. Perché a quel punto non è tornato in Italia, gli è stato chiesto di precisare dai suoi legali? Shabbar ha risposto di aver avuto minacce da parte di un parente del cugino Ikram e di temere per l'altro figlio, rimasto in Italia. (ANSA).
   

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