(ANSA) - REGGIO EMILIA, 29 APR - È accusato di aver costretto
la moglie ad avere rapporti sessuali nonostante il suo dissenso,
di picchiarla, offenderla e minacciarla di morte. Una vicenda di
maltrattamenti, che stando a quanto ricostruito dai carabinieri
di Campagnola Emilia, nella Bassa Reggiana, andava avanti dal
2021 con episodi quasi quotidiani. E che ha portato il gip del
tribunale di Reggio Emilia, su richiesta della Procura, ad
applicare il divieto di avvicinamento a lei e ai figli,
prescrivendo una distanza minima di 1.500 metri, oltre alla
contestuale applicazione del braccialetto elettronico.
Tutto è cominciato quando l'uomo ha scoperto che la donna si era
rivolta ad un avvocato per chiedere il divorzio. Da qui sono
iniziate le violenze con un pugno in faccia al fine di
convincerla a restare con lui. Ma le ingiurie e le vessazioni
fisiche nonché psicologiche sono continuate nel tempo con due
episodi, su tutti, molto gravi: il 3 dicembre ha brandito un
coltello, minacciandola di sgozzarla e l'8 aprile scorso, dopo
una scenata di gelosia, l'uomo l'ha colpita con un pugno al
braccio. La donna a questo punto ha deciso di andare in caserma
a denunciare tutto. Il marito, 40 anni, dovrà rispondere delle
accuse di maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale
aggravata e lesioni personali aggravate. (ANSA).
Leggi l'articolo completo su ANSA.it