Emilia Romagna

Alluvione: E-R, incentivi a delocalizzare da aree a rischio

Il Piano speciale preliminare darà più spazio ai fiumi

Redazione Ansa

Tra le azioni su cui si lavorerà in Emilia-Romagna per evitare una riedizione dell'alluvione del 2023 e dei danni che ha portato ci sono anche le delocalizzazioni di edifici e beni nelle aree a rischio per frane o allagamenti. I proprietari potranno usufruire di incentivazioni per cedere l'immobile o il bene di loro proprietà e spostarsi fuori da aree di rischio. Se rinunceranno, decadono eventuali benefici connessi ai danni derivanti da calamità naturali. È uno dei punti previsti dal Piano speciale preliminare, il documento dalla legge 100/2023, per fronteggiare l'emergenza provocata dagli eventi alluvionali.
    Il piano contiene le prime strategie di intervento e gli indirizzi di pianificazione, mentre entro giugno vedrà la luce il Piano speciale definitivo che comprenderà anche l'elenco delle opere e degli interventi. La redazione è stata coordinata dall'Autorità di bacino distrettuale del fiume Po in collaborazione con la Regione, nell'ambito del gruppo di lavoro presieduto dalla struttura di supporto al Commissario straordinario alla ricostruzione. Stamattina il documento è stato presentato all'Assemblea legislativa, in commissione territorio.
    In ambito montano, ha spiegato la vicepresidente della Regione Irene Priolo, si parla di un perimetro potenziale di 3.400 edifici, per lo più colpiti o minacciati da frane (81mila quelle censite). Sulla pianura, analisi e valutazioni sono ancora in corso.
    Gli interventi riguardano anche la necessità di dare più spazio ai fiumi, potenziando il contenimento delle piene a monte, 'arretrando' le arginature e rendendole resistenti alla tracimazione. "Questi corsi d'acqua hanno argini che non sono più incrementabili in quota", ha spiegato Alessandro Bratti, segretario generale dell'Autorità distrettuale del fiume Po.
    Altre misure impediranno l'aumento del carico urbanistico, escludendo nuove costruzioni nelle aree allagate o a rischio frana al di fuori del perimetro urbanizzato, in attesa dell'aggiornamento dei Piani di bacino. "Il piano è un unicum a livello nazionale - sottolinea il generale Giancarlo Gambardella, per la struttura commissariale - È la prima volta che andiamo a operare nell'ambito di una criticità nata da un'alluvione".

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