Emilia Romagna

Arturo Cirillo recita Cyrano de Bergerac al Duse di Bologna

Dal 5 aprile la commedia tragica di Edmond Rostand

Redazione Ansa

(ANSA) - BOLOGNA, 02 APR - Dalla sua prima rappresentazione nel 1897, Cyrano de Bergerac di Edmond Rostand è stato oggetto di varie rivisitazioni, non solo teatrali. Nel 1996 il cantautore Francesco Guccini ne trasse una straordinaria canzone con la quale analizzava in maniera assai critica la società, con un'invettiva alla classe politica, e con parole dure che solo nel finale, rivolgendosi all'amata Rossana, si addolciscono. La recente messa in scena di Arturo Cirillo, anche interprete principale, si rifà a un ricordo giovanile dell'artista: la visione del Cyrano di Domenico Modugno e Riccardo Pazzaglia a Napoli alla fine degli anni Settanta.
    Come questo, anche lo spettacolo di Cirillo è ricco di musiche, pur non essendo un musical. Questo allestimento della commedia tragica del drammaturgo francese approda ora al Teatro Duse di Bologna dal 5 al 7 aprile dopo che il suo mattatore ha vinto, come attore e regista, il Premio dell'Associazione Nazionale dei Critici di Teatro 2023. In scena, accanto a Cirillo, ci sono Rosario Giglio, Francesco Petruzzelli, Irene Ciani, Giulia Trippetta, Giacomo Vigentini. "Tornare con la memoria a quella esperienza di giovane spettatore - racconta Cirillo nelle note di regia - è per me risentire, forte come allora, l'attrazione per il teatro, la commozione per una storia d'amore impossibile e quindi fallimentare, ma non per questo meno presente, grazie proprio alla finzione della scena, accentuandone più il lato poetico e visionario e meno quello di uomo di spada ed eroe della retorica, con delle rielaborazioni di quelle musiche, ma anche con elaborazioni di altre musiche, da Édith Piaf a Fiorenzo Carpi. Un teatro canzone o un modo per raccontare comunque la famosa e triste vicenda d'amore tra Cyrano, Rossana e Cristiano - aggiunge Cirillo - attraverso non solo le parole ma anche le note, che a volte fanno ancora di più smuovere i cuori, e riportarmi a quella vocazione teatrale nata anche grazie al dramma musicale di un uomo che si considerava brutto e non degno d'essere amato". (ANSA).
   

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