Emilia Romagna

Al via la 35esima edizione del Sana, all'insegna del bio

Al centro piano d'azione strategico e marchio Made in Italy

Redazione Ansa

 Creare un piano d'azione strategico per l'agricoltura biologica, dare vita al marchio del Made In Italy bio, sostenere i consumi interni e dare un ulteriore impulso all'export per il settore. Sono i temi al centro della 35esima edizione del Sana, il salone internazionale del naturale e del biologico, in corso a Bologna dal oggi al 10 settembre. Ad inaugurare la manifestazione, accanto al presidente di BolognaFiere, Gianpiero Calzolari, ci hanno pensato il sottosegretario all'Agricoltura con delega al biologico, Luigi D'Eramo, e l'ambasciatore Enzo Angeloni, direttore generale per la promozione del sistema Paese del ministero degli Esteri. "Il biologico è un settore in crescita, ha valori di eccellenza - dice Angeloni - ci sono la qualità, la tradizione, il rapporto con il territorio, la sostenibilità, l'identità culturale e l'innovazione e la ricerca. Tutti elementi che pochi Paesi possono vantare, congegnali a promuovere l'Italia" nel mondo.
    Da parte del governo, assicura il sottosegretario D'Eramo, "c'è particolare attenzione a sostenere le imprese agricole", in particolare del settore biologico "che vale complessivamente circa 5 miliardi di euro" con un piano d'azione nazionale per il settore, invocato anche dalle associazioni di categoria come Cia, Assobio e Federbio.
    Grazie agli aiuti ai produttori, sarà possibile anche sostenere i consumi interni. Tema importante per l'assessore Agricoltura del Comune di Bologna, Daniele Ara, che ha parlato della necessità di "ricostruire un ceto medio del cibo", dando a tutti la possibilità di mangiare in modo sano.
    I produttori emiliano-romagnoli sono all'avanguardia, assicura l'assessore regionale all'Agricoltura, Daniele Mammi.
    "Le nostre imprese vanno avanti - dice - noi le vogliamo sostenere con 200 milioni di euro. L'Emilia-Romagna è già al 20% del territorio coltivato con agricoltura biologica e noi vogliamo superare il 25-30% prima degli obiettivi fissati a livello comunitario. Vogliamo essere sempre più il cuore agroalimentare del Paese non solo per la quantità ma soprattutto per la qualità delle nostre produzioni". (ANSA).
   

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