Emilia Romagna

Essere e Avere, i bambini di Nicolas Philibert tornano in sala

Il regista francese al Biografilm con l'Orso d'oro Sur l'Adamant

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 10 GIU - Torna in sala dopo 20 anni mantenendo identica meraviglia Essere e Avere, il primo successo internazionale di Nicolas Philibert che quest'anno con il documentario Sur l'Adamant ha vinto l'Orso d'oro a Berlino e il cui talento d'autore viene celebrato al Biografilm di Bologna con l'apertura del festival con il suo film in anteprima italiana e il premio alla carriera, il Celebration of Lives Award.
    A riportare in sala dal 12 giugno questo gioiellino che nel 2003 fu un piccolo caso cinematografico in Francia è I Wonder Pictures con la sua divisione I Wonder Classic. La situazione raccontata da quel film ha oggi delle grandi assonanze, nello slancio poetico e nella delicatezza del racconto, con Il Cerchio, il documentario di Sophie Chiarello che ha vinto il David di Donatello come migliore documentario. Al centro di entrambi i bambini e il loro mondo non contaminato. Se Il Cerchio segue l'intero ciclo elementare di una classe (alla multietnica scuola Di Donato a Roma), Essere e Avere racconta un anno scolastico in un paese sperduto nell'Alvernia, in una delle settemila scuole rurali francesi che raggruppano in un'unica classe e con un unico maestro alunni di diverse età. C'è Jojo che si distrae spesso, Alizè cui piace nascondersi sotto il banco, Nathalie con quella sua aria sempre un po' assente, mentre Olivier è preoccupato per il padre che si dovrà operare di nuovo. Per tutti loro il maestro ha attenzione. Così adori subito questo microcosmo felice.
    Nicolas Philibert, che da molti anni si dedica al documentario d'autore, ha trovato dopo molti sopralluoghi la classe che faceva al suo caso. E ha cominciato, con una piccola troupe e molta discrezione, a filmare la vita così come scorreva in quella villa fuori villaggio, un luogo caldo, ricco di libri, di strumenti didattici, quasi impermeabile alla natura violenta della zona. Dai dialoghi, dalle lezioni così tradizionali da sembrare rivoluzionarie (le stanghette, l'ortografia rotonda, i capricci dei bambini spenti con fermezza e bonomia dal maestro), dai giochi nella neve, dalla gita nei campi di grano emerge prepotente la vita, la sua essenza, il piccolo grande miracolo della crescita e dell'apprendimento. (ANSA).
   

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