Emilia Romagna

Violenza privata, condannato ex direttore servizi ambientali Hera

La sentenza a Ravenna, al centro un bando sui rifiuti del 2015

Toga in un'aula di giustizia

Redazione Ansa

Un anno e tre mesi, pena sospesa, per violenza privata. Questa la sentenza pronunciata a Ravenna dal giudice Cosimo Pedullà a carico dell'ex direttore servizi ambientali di Hera, Tiziano Mazzoni. Nel condannare l'imputato il giudice ha modificato la contestazione: Mazzoni era infatti accusato di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente.
    Si tratta di un procedimento nato a Bologna (e poi spostato a Ravenna per competenza territoriale) dalla denuncia dell'azienda Borelli Orlando Sas, su un bando del 2015 per la gestione dei rifiuti. A Mazzoni venivano contestate interferenze, con pressioni e minacce indebite, su un procedimento diretto a stabilire il contenuto del bando. In pratica, Borelli accusò Hera di averla estromessa dalla cordata di imprese in gara. E la Procura, al termine del processo, aveva chiesto una condanna a due anni. L'imputato è difeso dagli avvocati Tommaso Guerini e Guido Camera. Borelli, parte civile, era assistita dall'avvocato Francesco Cardile.
    

"Non ho mai perso fiducia nella giustizia, nonostante l'imputato abbia reiteratamente cercato di sminuire la portata delle proprie condotte illecite, che di fatto hanno decretato l'esclusione della Borelli Orlando s.a.s. dall'Ati, sostenendo di essersi limitato a svolgere le funzioni assegnategli da Hera", dice Enrico Adler Borelli, titolare della Borelli Orlando S.a.s., "Ritengo - continua l'imprenditore - di dover ringraziare il Tribunale che, nonostante i numerosi espedienti dei suoi difensori, diretti ad impedire o rallentare il regolare svolgimento del giudizio, ha portato a termine il processo prima del decorso della prescrizione". "La riqualificazione operata dal giudice" da turbata libertà del procedimento di scelta del contraente a violenza privata, per Borelli "è solo un fatto tecnico-giuridico, così come la misura dei danni liquidati, dipesa soltanto dalla scelta di non chiedere al momento il risarcimento degli ingentissimi danni patrimoniali".

"Sono, dunque, lieto che si sia data una risposta giusta alla pluralità di ingiustizie patite e che si sia riuscito ad inchiodare alle proprie responsabilità penali l'allora direttore dei servizi ambientali di Hera ed attualmente amministratore unico dalla società pubblica Acqua Ingegneria di Ravenna. Del resto, furono gli stessi ispettori Anac a rilevare molteplici irregolarità nella gestione di quell'appalto da parte di Hera". In conclusione, "vorrei dire a tutti i colleghi imprenditori che bisogna sempre tenere i riflettori accesi e non aver paura di denunciare i casi di maladministration nella gestione degli appalti. Mi auguro, infine, che tale decisione funga da apripista per tutti coloro che hanno subito e subiscono angherie nelle partecipazioni a gare pubbliche"
   

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