Emilia Romagna

La magia di 'Slava's Snowshow' al Teatro Duse di Bologna

Sette repliche dal 15 al 19 marzo per gioire ed emozionarsi

Redazione Ansa

Conosciuto come il 'miglior clown del mondo', Slava Polunin torna al Teatro Duse di Bologna dal 15 al 19 marzo (mercoledì, giovedì e venerdì alle 21, sabato e domenica in doppia replica alle 16 e alle 20) con il magico 'Slava's Snowshow', l'ormai leggendario spettacolo creato per i bambini dagli 8 anni, per le famiglie e per tutti coloro che vogliono ridere, gioire e, perché no, piangere. Quest'anno lo show evento celebra 30 anni dal debutto, avvenuto nel 1993 a Londra.
    Poetico, universale e senza tempo, 'Slava's Snowshow' continua a incantare milioni di spettatori di tutte le nazionalità ed età, trasportando gli adulti in un mondo di stupore e meraviglia tipico dell'infanzia. Sogni, speranze, desideri, nostalgie, mancanze e disillusioni si mescolano in questo spettacolo che travalica i generi e sfugge a qualsiasi definizione, essendo libero, lirico, ironico, fantasioso, divertente e tenero, venato talvolta di malinconia. Da tre decenni è un'esperienza incredibile, per il pubblico che torna ogni volta a rivederlo e a riviverlo, come una cerimonia o un rituale magico.
    "Un giorno mi resi conto che volevo creare uno spettacolo che ci riportasse ai nostri sogni d'infanzia e aiutasse le persone che sarebbero venute a teatro a liberare dall'ossessione dell'età adulta i bambini e le bambine che erano una volta. - racconta Slava Polunin nelle sue note di regia -. È stata una ricerca incantevole: sentivo di essere sulla strada per una nuova terra, inesplorata e affascinante. Ho deciso di avventurarmi laddove pochi clown avevano osato spingersi, per addentrarmi attraverso i tentacoli della clowneria dove meno ci si aspettava che si presentassero. Volevo approfondire la tragicommedia, per studiare il limite in cui si può fondere il dramma con la risata. Volevo immergermi completamente in questa cosa Gogoliana e Beckettiana. Volevo che il mio personaggio fosse epico e lirico, tenero e appassionato, saggio e ingenuo.
    Il costume è diventato enorme e squallido. Il mio dolce e commovente Asissai è cresciuto con me, è diventato pensieroso ed esitante. In molti modi questo spettacolo mi ha permesso di conoscere me stesso". (ANSA).
   

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