Emilia Romagna

Iran: morto dopo torture, Bologna non riesce a crederci

'Ogni secondo ho ricordi di lui, era critico con il suo Paese'

Redazione Ansa

Ha gli occhi lucidi e arrossati per il pianto Yaman, responsabile della pizzeria d'asporto Ciao Vip di Bologna. Qui, tra il 2018 e il 2021, lavorò Mehdi Zare Ashkzari, il giovane poco più che trentenne morto in Iran dopo venti giorni di coma a seguito delle torture subite nel carcere in cui era stato arrestato, per aver preso parte alle manifestazioni di protesta che da mesi agitano il Paese.
    "Ha avuto la notizia ieri da amici e non ho dormito tutta la notte", dice Yaman scuotendo la testa. "Non riesco ancora a crederci, ogni secondo mi tornano in mente ricordi di lui. Era un ragazzo pieno di energia, gli piaceva vivere, si era fatto benvolere da tutti qui. La sera, dopo il lavoro, quando poteva usciva con gli amici, in molti qui lo conoscevano".
    Yaman, che è di nazionalità siriana, racconta anche che il giovane era molto critico nei confronti del regime del suo Paese. "Non parlava spesso di politica - precisa - ma quando lo faceva si mostrava molto critico, come praticamente tutti gli iraniani che abitano qui, ma molti non lo dicono". Ufficialmente Yaman era il capo di Mehdi, "ma più che un rapporto di lavoro, tra noi c'era un rapporto di amicizia". Poco prima che Mehdi andasse in Iran, Yaman aveva cambiato lavoro. "Ci vedevamo un po' meno", racconta, ma l'affetto non era mai venuto meno.
    Intanto un disegno con il volto di Mehdi, è stato fatto dal fumettista Gianluca Costantini, autore dell'ormai celebre ritratto Patrick Zaki, realizzato a sostegno della battaglia per la sua liberazione ed esposto in molti spazi pubblici di Bologna e nel resto del mondo. (ANSA).
   

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