Emilia Romagna

Otello tutto al femminile al Teatro Duse di Bologna

Dall'11 novembre con Ilaria Genatiempo diretta da Andrea Baracco

Redazione Ansa

Dopo il successo ottenuto in 'Il maestro e Margherita' e in 'Re Lear' in scena nelle passate stagioni, il regista Andrea Baracco torna al Duse di Bologna dall'11 al 13 novembre per presentare un nuovo 'Otello' da William Shakespeare. Per questa versione della tragedia del Moro di Venezia, Baracco ha scelto uno straordinario cast tutto al femminile composto da Federica Fracassi nel ruolo di Iago, Ilaria Genatiempo nei panni di Otello e Cristiana Tramparulo nelle vesti di Desdemona.
    Con Otello, Shakespeare consegna alla letteratura occidentale uno dei suoi personaggi più originali: Iago.
    Ed è proprio attraverso di lui che si articola una riflessione spietata, eppure carica di pietas, sulle debolezze umane e sull'imprevedibile capacità dell'uomo di generare il male, di accoglierlo come insospettabile parte di sé. La potenza del triangolo Otello-Iago-Desdemona sta, infatti, nella corsa verso la distruzione di sé e degli altri, in un gioco che trasforma l'immaginazione in realtà e la realtà in immaginazione. 'Io non sono ciò che sono', dichiara Iago nella prima scena del primo atto. Questa definizione che dà di sé resta vera se applicata anche agli altri personaggi della tragedia. Emerge così una natura umana instabile che le circostanze possono spingere alle scelte più estreme, alle scoperte interiori più inattese e ai gesti più feroci. Un dramma che affonda, dunque, le proprie radici nella linea d'ombra su cui ogni essere umano cammina come un funambolo in cerca di equilibrio, nella speranza, ma senza la certezza, di non cadere mai. "Ho immaginato un principio di ribaltamento del canone shakespeariano: - spiega Baracco - un cast esclusivamente femminile. Non si tratta di una scelta estetica, ma poetica: è un inganno, per liberare lo sguardo del pubblico dai pregiudizi sulla storia e i suoi temi, e lasciarsi attraversare dalla terribile consapevolezza che chiunque di noi può, un giorno, trovarsi a giocare il ruolo della vittima o del carnefice, se volontà, fragilità e caso si trovano allineati come astri di una costellazione". (ANSA).
   

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